Dipartimento dell'Energia Usa
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Covid: report Usa
rilancia ipotesi fuga dal laboratorio,
ma per la Casa Bianca
non c’è risposta definitiva

Intanto l’Organizzazione mondiale della Sanità ha abbandonato i progetti di fase due dell’indagine scientifica sull’origine del Covid

Un rapporto del dipartimento dell’Energia Usa ha concluso che la pandemia di Covid molto probabilmente è nata da una fuga in laboratorio.
Così riferisce uno scoop del Wall Street Journal dopo aver preso visione della ricerca.
In precedenza il dipartimento aveva dichiarato di non avere certezze su come si fosse sviluppato il virus.
Anche l’Fbi ha sempre sostenuto che il Covid fosse il frutto di un incidente nel laboratorio di Wuhan, in Cina.
Ma la Casa Bianca è cauta: «Non abbiamo una risposta definitiva».
Mentre l’Oms senza la possibilità di accedere in Cina ha rinunciato ad approfondire le sue indagini.

Il nuovo rapporto
nato da informazioni dell’intelligence

Come detto In precedenza il dipartimento dell’Energia Usa aveva affermato di essere «indeciso» sull’origine del coronavirus.
Questa conclusione invece è contenuta in un aggiornamento di un rapporto del 2021 dell’’ufficio della direttrice della National Intelligence Avril Haines.
Secondo fonti dei servizi americani interpellate dal Wall Street Journal, la posizione del Dipartimento è cambiata dopo che sono emerse

«nuove informazioni di intelligence, studi di ricercatori e consultazioni con esperti non governativi».

La Casa Bianca:
«Non abbiamo risposta definitiva»

Lo scoop del giornale americano ha fatto molto rumore oltreoceano, ma è arrivata subito la replica della Casa Bianca:

«Non abbiamo una risposta definitiva»

ha detto il consigliere per la Sicurezza Nazionale, Jake Sullivan, intervistato dalla Cnn sullo scoop del Wall Street Journal riguardo ad un rapporto del dipartimento dell’Energia che invece avrebbe concluso che molto probabilmente è questa l’origine del Covid.

«Quello che posso dirvi è che il presidente Biden ha ordinato, ripetutamente, ad ogni elemento della intelligence community di riservare ogni sforzo e risorsa per andare a fondo alla questione»

ha detto ancora Sullivan.

L’Oms rinuncia alle sue indagine sull’origine del virus

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) intanto ha abbandonato nei giorni scorsi i progetti di fase due dell’indagine scientifica sull’origine del virus, fondamentali però per prevenire future pandemie.
Le ragioni?
Senza l’accesso in Cina c’è poco che l’Oms possa fare per avanzare con gli studi.

Maria Van Kerkhove, epidemiologa dell’Oms a Ginevra, ha dichiarato alla rivista Nature:

«Non esiste una fase due.
L’Oms ha pianificato di lavorare in più fasi, ora quel piano è cambiato».

Per Gerald Keusch, direttore associato del National Emerging Infectious Diseases Laboratory Institute della Boston University nel Massachusetts

«l’indagine sulle origini è stata mal gestita dalla comunità globale, dalla Cina e anche dall’Oms, che avrebbe dovuto essere inflessibile nel creare un rapporto di lavoro positivo con le autorità cinesi e più trasparente nel caso fosse stato ostacolato»

«Il mondo resta impreparato a una nuova pandemia»

Intanto partiranno i negoziati per una “bozza zero” del Pandemic Accord, l’accordo per combattere le pandemie a livello planetario.
Lo ha sottolineato il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, nella conferenza stampa sulle principali emergenze sanitarie, Covid-19 e terremoto in Turchia e Siria.

«Queste discussioni saranno cruciali per costruire un’ ”architettura” di sicurezza sanitaria più efficace per il futuro, fondata sul diritto internazionale, sull’equità e sul diritto fondamentale alla salute per tutte le persone».

Alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, ha ricordato Tedros:

«ho detto che in questo momento il mondo rimane impreparato di fronte un’altra pandemia.
Mentre i leader hanno molte altre crisi da affrontare, l’attenzione sulle future minacce epidemiche e pandemiche deve rimanere alta o pagheremo un prezzo pesante».

FONTE: ilsole24ore

Dipartimento dell’Energia Usa