CRONACHE DAL RING: NUOVE ETNIE
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L’UOMO DONNA “CON FORME PATOLOGICHE RARE”

Cronache da un mondo in transizione sul ring: come avvenne che i cromosomi sessuali non identificarono più il sesso
La prima descrizione conosciuta del pugilato è stata rintracciata in un bassorilievo sumero in Iraq, risalente al III millennio a.C., periodo in cui la spiritualità umana passò dall’onorare una figura femminile, ad onorare una figura maschile identificata come “Dio”.
Nel lungo cammino civile e religioso dell’umanità, il risultato è che da allora millenni di storia ci vengono insegnati attraverso le guerre, le vittorie e le sconfitte di “uomini importanti”, che hanno “combattuto tra loro”.
La cultura greca aveva più divinità, a capo di tutti vi era Zeus, a cui nel 776 a.C., vennero dedicati i primi “giochi olimpici” in cui gareggiavano esclusivamente uomini, riconosciuti idonei attraverso ferree regole morali e giuridiche, che usando il proprio corpo per correre, lottare, combattere con bastoni, cavalcare, onoravano nella città di Olimpia il padre degli Dei. A questi eventi sportivi, che andarono avanti per circa sei secoli, alle donne non era permesso nemmeno essere spettatrici.

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Fu un francese che ripropose questa competizione, tal barone De Coubertaine, che nel 1896 portò ad Atene “I Giochi della I° Olimpiade” e ripeté l’evento nel 1900 a Parigi, in occasione della prima “Expo”. Saranno “I Giochi della II° Olimpiade” che vedranno per la prima volta gareggiare anche due donne.
Qualche anno prima furono stabilite anche le regole della “nobile arte del pugilato” (definito così in Inghilterra nel 1700 perché in principio potevano praticarlo solo i nobili) e l’arte di tirar pugni divenne disciplina olimpica nella 3° competizione del 1904. Le donne la praticheranno a livello agonistico solo dal 1988.

L’Expo di Parigi fu il primo indottrinamento di massa per impartire l’ideologia del “progresso scientifico e tecnologico”, usando le basi darwiniste sulle origini dell’essere umano e modificando il pensiero spirituale e morale fino ad allora vigente. L’impianto della credenza che “la violenza è insita nell’uomo”, aprì al colonialismo più sfrenato in nome della civilizzazione e alla sudditanza, obbligata da “legge di natura”, della donna all’uomo.

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La violenza si appiccicò così all’idea collettiva di comportamento indicante “uomini primitivi” (ogni comunità tribale verrà ritenuta tale) ed evolversi dalle grandi scimmie, che per natura sono brutali, violente e territoriali, sarà l’impegno di ogni “società volta al progresso”. Ma essendo comportamento ancestrale, ne rimane traccia nel presente e come ci indicherà anche Freud, dovere di ogni donna “sana” sarà comprendere e perdonare l’eventuale attacco di brutalità dell’uomo, perché quella violenza è insita nel suo virile Dna maschile. 
Per la donna, ritenuta dalla scienza ufficiale adatta solo a procreare, debole, instabile e non intelligente, la sua forma di violenza ancestrale si manifesterà nell’isteria e nella pazzia/demenza.
In quegli anni la boxe divenne competizione agonistica con le sue proprie regole.

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Sono solo circa poco meno di tre secoli che a noi donne hanno tolto ogni punto di riferimento su cosa è bio-logico per il genere femminile. Hanno iniziato con gli ospedali dove far avvenire il parto a fine 1700, procurando il più alto tasso di morti di puerpere per quasi un secolo. La civiltà industriale ci ha costrette al matrimonio commerciale, la scienza dell’800 ci ha regalato l’uomo violento ed oggi consideriamo “divertimento sportivo” vedere fare a pugni con sangue a seguito, ci siamo abituate a partorire tutte in ospedale, continuiamo a lavorare mentre siamo in gestazione e subito dopo la nascita, affidando i bambini agli asili nido, riuscendo a conquistarsi da qualche ventennio anche l’amare fare a pugni “per sport”.
La frustrazione creata dall’essere fuori da ogni “logica alla vita”, crea infinite vie di sopravvivenza.

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Oggi quello sport che meno rappresenta la bellezza, l’estetica, il rispetto dell’altro, la gioia, l’amore, la danza, sta sdoganando l’assurdità di dover considerare donna chi ha un DNA XY. Abbiamo comunque visto un allarme “virus” far usare un autocertificazione per andare a fare la spesa a milioni di persone, quindi siamo allenati alle assurdità!
La diatriba nata sul cromosoma Y del pugile algerino Kelhif, che per questo fu espulso dai mondiali di pugilato femminile nel 2023 ma sta partecipando alle Olimpiadi francesi di questo 2024, ci porta dritti dritti nella visione maschile che odia le donne o che per lo meno, non le rispetta nella loro diversità biologica, emozionale e psicologica.

Abbiamo aperto la porta all’inclusione del “diverso”, che pretende essere considerato “diverso” e ama lottare per avere quello “che spetta a tutti”, un paradosso esistenziale che raggiunge il suo culmine con uomini che vogliono essere considerati donna, anche se il loro Dna parla chiaramente di cromosomi maschili, ed una politica main stream che fa slalom sulle diversità ormonali, per accondiscendere a queste nuove forme di riconoscimento sociale.

Nell’esperimentare un mondo che ha perduto le sue origini spirituali, stiamo percorrendo i primi gradini di una civiltà che considera inutile la donna e che rinomina il maschile con “donna con forme patologiche rare”. Esemplare l’intervista a Gianluca Aimaretti, presidente della Società Italiana di Endocrinologia su Gazzetta.it, quando afferma: “Cromosoma XY in una donna? È possibile, ci sono delle forme patologiche rare”.

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Per noi che studiamo le 5 leggi biologiche, tutto questo è una nuova prova di fede verso la natura dei due sessi (natura di sé), rispetto a quello che il nuovo “sapere accademico scientifico mediatico devozionale” sta installando nelle menti umane.

Ricordiamoci, ci sono riusciti con la “paura della malattia” attraverso un clima di guerra, ci riusciranno con “i cromosomi della sessualità non identificano il sesso” attraverso un clima sportivo goliardico e quest’anno anche appositamente trasgressivo.

Siamo fortunati, stiamo assistendo in maniera cosciente all’immissione d’impianti mentali di credenze a livello collettivo, fuori da ogni logica della Vita.

Fonte: News Academy

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