“L’ultimo studio dell’Astat (Istituto provinciale di statistic) fotografa quanto il complottismo e la sfiducia nei confronti della medicina ufficiale si stia diffondendo in Alto Adige”.
Questa è l’apertura dell’articolo del Corriere del Trentino, concedetevi qualche minuto per leggerlo tutto…
Vaccino anti-Covid
Quasi un altoatesino su due
pensa che sia dannoso:
cresce il ricorso a terapie alternative
La pandemia non ha fatto bene agli altoatesini.
Psichiatri e psicologi lo dicono da tempo, adesso arriva anche la conferma statistica.
L’ultimo studio dell’Astat (Istituto provinciale di statistic) fotografa infatti quanto il complottismo e la sfiducia nei confronti della medicina ufficiale si stia diffondendo in Alto Adige.
Anche se l’86% dichiara di aver fiducia nei medici quasi la metà della popolazione è convinta che il vaccino anti Covid possa essere dannoso per la salute.
E uno su quattro fa ricorso a cure alternative come la naturopatia, l’osteopatia o l’agopuntura.
Lo studio
Nello studio realizzato tra febbraio e marzo 2023 in collaborazione con l’Istituto di medicina generale e public health della Claudiana, sono stati sentiti quasi 1.400 altoatesini.
E i dati evidenziano quanto si stia cristallizzando la sfiducia nella scienza. C’è infatti una minoranza, ma piuttosto consistente, che dubita dell’efficacia del vaccino anti-covid 19 e delle vaccinazioni obbligatorie.
Un 29% delle persone non è convinto o lo è scarsamente circa il Covid, mentre la percentuale sale al 36% nei confronti di un obbligo generale delle vaccinazioni previste dal piano nazionale vaccini.
E sempre una persona su tre, con un parallelismo quasi perfetto, non ha visto di buon occhio quanto deciso dalle autorità ai fini di incrementare la copertura del vaccino anti-Covid19, né le decisioni prese per realizzare il piano delle vaccinazioni obbligatorie.
Si sale addirittura fino al 46% della popolazione, quando si parla di possibile dannosità dei vaccini anti-Covid 19 perché i rischi a lungo termine non sono noti.
Complottismo e terapie alternative
Numeri che dimostrano che la resistenza ai vaccini emersa durante la pandemia, non è affatto superata.
Il 75% della popolazione, secondo il sondaggio Astat non ha però cambiato la propria opinione sui vaccini rispetto a prima della pandemia, ma chi è contrario lo è soprattutto perché ha una visione complottista del mondo dei vaccini, determinata principalmente da variabili di tipo psicologico.
Larga anche la maggioranza di chi ritiene che nel complesso sia giusto che la gente si vaccini e che le misure adottate durante la pandemia siano state giuste.
Alla fine, fautori delle due opposte fazioni quasi si compensano: il 15% vede le vaccinazioni con più favore di prima, viste le conseguenze che un’epidemia può avere, ma un buon 10% è oggi più contrario di prima.
Altra peculiarità individuata dall’Astat riguarda le terapie alternative che, tra tradizioni contadine di montagna e discipline di origine antroposofica o new age, si stanno diffondendo sempre più nella popolazione.
Omeopati, agopunturisti, chiroterapeuti, naturopati e osteopati: è a loro che un altoatesino su quattro si rivolge per conservare la salute e mantenere il benessere psicofisico.
Tuttavia non sempre i feedback dei pazienti sono positivi.
Mentre l’86% rimane soddisfatto del medico convenzionale definendo la sua prestazione molto o abbastanza utile, la percentuale scende al 75% per osteopata e naturopata, raggiungendo valori inferiori per gli altri servizi, dove si registrano circa due utenti soddisfatti su tre.
Più di metà della popolazione altoatesina assume integratori come vitamine o minerali (rispettivamente 55% e 39% nell’ultimo anno). Diffusi (30% circa) i rimedi omeopatici e la fitoterapia.
La maggior parte dei prodotti vengono acquistati in auto-prescrizione ma in un 15% dei casi sono gli stessi medici o farmacisti a prescrivere rimedi omeopatici o piante medicinali.
E sono sempre più diffuse le discipline orientali circa un 20% utilizza regolarmente tecniche di rilassamento mentre c’è un 15% che nell’ultimo anno ha praticato lo yoga o la meditazione.
Nel sondaggio fanno capolino anche discipline come il Tai Chi e il Qi gong. Poi c’è chi si affida alle forze soprannaturali: circa il 30% prega per la propria salute e c’è anche uno sparuto 3% che ammette di aver partecipato a riti di guarigione.
Segno che quando cc’è di mezzo la salute le persone sono disposte ad aggrapparsi a qualunque cosa tenga accesa la fiammella della speranza.
FONTE: Corriere del Trentino