Come il potere si serve dei social per controllare le masse
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Giorgio Bianchi: “Sono un progetto militare, ma c’è un modo per sconfiggere il sistema”

L’informazione, da sempre è stata uno strumento del potere per controllare il popolo. Nella società di massa, come la nostra, questo potere è divenuto ancora più importante. Abbiamo visto come negli anni, si siano moltiplicati i media dai quali passano le informazioni e negli ultimi anni, con una fortissima digitalizzazione, che ha coinvolto ogni campo delle nostre vite, è stata ovviamente coinvolta.

Per parlare dell’argomento abbiamo chiesto al giornalista Giorgio Bianchi di analizzare questo fenomeno: “L’informazione si fa in un modo molto semplice. C’è il cosiddetto mainstream che crea la narrazione, anzi la riceve e la timbra di autorevolezza. Questa notizia, che arriva dai centri di potere, viene quindi timbrata di autorevolezza dai giornali e viene data poi al super diffusore, che sono le reti sociali Google, Facebook, TikTok e quant’altro. Quelle sono un moltiplicatore. Ecco questi sono strumenti ingegnerizzati creati da un complesso militare industriale. Sono progetti militari, che sono stati concepiti e che sono stati implementati all’indomani dell’11 settembre per creare l’arma più potente propagandistica che l’uomo abbia mai inventato, che è il moltiplicatore delle informazioni. Adesso tu puoi prendere una notizia che sarebbe finita a pagina 40 su un giornale, la dai all’influencer di turno con 20 milioni di followers e quella notizia che prima avrebbero letto 10 persone, la leggono milioni di persone. Il moltiplicatore però, come tutte le armi potentissime, ha un rinculo non indifferente, perché se la super diffusione la utilizzo io, a quel punto raggiungo allo stesso modo di chi ha le competenze per fare informazione e faccio i danni. Per questo motivo noi siamo così nella loro ottica. Per questo motivo spendono tutti questi soldi e impiegano questi apparati per colpire. Questo effetto di moltiplicazione può andare fuori controllo e può innescare un meccanismo a catena, che distrugge quella che io ho definito più volte essere una diga, che è stata eretta tra l’opinione pubblica e i fatti”.

Fonte: Radio Radio TV

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