Città galleggiante
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La città galleggiante
made in Italy
potrebbe ospitare
fino a 50mila persone

Una città galleggiante costruita secondo i principi dell’economia circolare, dove ogni cosa si ricicla, l’energia prodotta è rinnovabile e l’IA aiuta a gestire i processi di pianificazione.

Tra i progetti più celebri di città galleggianti c’è Oceanix,
Maldive Floating City e l’estensione industriale del progetto NEOM

Il cambiamento climatico minaccia le città costiere del mondo
Mentre proviamo a risolvere il problema tagliando le emissioni e consumando meno risorse, una frangia di designer, progettisti ed utopisti provano ad immaginare città resilienti capaci di resistere alle trasformazioni.
E’ il caso di Floating City, una città galleggiante proposta dall’architetto italiano Luca Curci in collaborazione con il designer Tim Fu.

Essendo costruita direttamente sull’acqua, la città non teme l’innalzamento dei mari destinato a crescere, nelle peggiori previsioni, di altri 2 metri entro il 2100.

Smart city ad impatto zero

Il progetto dell’architetto Curci immagina ovviamente una città ad energia zero, autoalimentata dagli impianti per la produzione rinnovabile che comprendono sistemi fotovoltaici, eolici, idroelettrici, ma anche sistemi di produzione alimentati dalle onde e dissalatori.

Il punto di partenza è una città galleggiante per 50mila persone, ma le caratteristiche modulari della progettazione potrebbero teoricamente permetterne un’espansione illimitata.

Le città galleggianti daranno forma al nostro futuro”, sostiene l’Arch. Luca Curci.
E la tecnologia plasmerà le forme per rendere le aree abitate sempre più efficienti.
Nella stessa pianificazione di Floating City è stata utilizzata una IA a supporto dei progettisti.

Il sistema urbano sarà caratterizzato prevalentemente da aree verdi sia pensili che più tradizionali, per mantenere sotto controllo le temperature destinate a crescere nel prossimo futuro.
Secondo quanto riferito dai suoi creatori, Floating City, sarà raggiungibile via mare o via “cielo” tramite droni.

Una volta costruita sarà una vera e propria smart city, dove il digitale e la connessione ottimizza la vita dei cittadini, favorisce la corretta pianificazione da parte delle autorità locali e attrae “talenti” puntando anche su ricerca e scuole.

Per quanto appaiano progetti irrealizzabili o appartenenti ad un futuro lontano, alcune proposte per la costruzione di città galleggianti si sta realmente concretizzando.
E’ il caso di Oceanix, la città galleggiante della Corea del Sud che vede coinvolte addirittura le Nazioni Unite (UN-Habitat), i progettisti di Bjarke Ingels Group (BIG) e Samsung.

FONTE: Rinnovabili.it

Città galleggiante
Oceanix

E’ stato presentato ufficialmente durante la tavola rotonda delle Nazioni Unite il progetto di Oceanix Busan, il primo prototipo al mondo di una comunità flottante resiliente e sostenibile.
Il masterplan della prima città galleggiante anti inondazione è stato lanciato per la prima volta da UN-Habitat, assieme alla società Newyorkese blue tech Oceanix.
I due hanno messo insieme un team di esperti per la concretizzazione del sogno. Partendo dai progettisti di BIG, Bjarke Ingels Group, affiancati da Samoo (samsung) e dalla stessa città di Busan, Corea del Sud, luogo prescelto per la costruzione di Oceanix.

Sviluppata su piattaforme galleggianti connesse tra loro, la città di Oceanix Busan ospiterà fino a 12mila persone, con possibilità di ingrandirsi fino ad accoglierne 100mila, essendo modulare.
Per partire saranno costruiti 6,3 ettari, tre piattaforme galleggianti dove vivere, lavorare e fare ricerca.

Ciascuna unità sarà affiancata da avamposti per la produzione di energia pulita dal sole e di serre per la coltivazione del cibo.

Fonte: Rinnovabili.it

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