Vaccino covid, Ceo Pfizer rifiuta di parlare a Europarlamento
(Adnkronos) – Il Ceo di Pfizer Albert Bourla ha declinato per la seconda volta un invito da parte della commissione speciale sul Covid-19 del Parlamento Europeo, che voleva ascoltare la sua versione sui negoziati con la Commissione Europea per siglare i contratti di acquisto dei vaccini contro la malattia provocata dal Sars-CoV-2. Ne dà notizia via social la presidente della commissione speciale, la socialista belga Kathleen van Brempt (Vooruit, gruppo S&D).
Per la presidente, la non volontà mostrata sia dalla casa farmaceutica Usa sia dalla Commissione von der Leyen di rimediare alla “mancanza di trasparenza” sui negoziati indica che non si rispetta il “ruolo del Parlamento Europeo” e getta “un’ombra della quale non si sentiva il bisogno sul successo della strategia europea sui vaccini”.
La trasparenza, ricorda van Brempt, è “essenziale” per assicurare la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni europee ed è “cruciale” per rafforzare la “resilienza” dell’Ue.
Rifiutando per la seconda volta di venire alla commissione speciale del Parlamento Europeo per parlare dei negoziati con la Commissione sui contratti per i vaccini anti-Covid, il Ceo di Pfizer ha dato prova di “arroganza”, alla quale le istituzioni Ue dovrebbero dare una “risposta adeguata”, dice il capodelegazione di Forza Italia a Bruxelles, Fulvio Martusciello.
“Per la seconda volta in meno di due mesi – dice – Albert Bourla, amministratore delegato della multinazionale Usa Pfizer, che ha prodotto insieme alla tedesca BioNTech il vaccino anti-Covid acquistato in enormi quantitativi dalla Commissione Europea, rifiuta il confronto con i parlamentari europei”.
Per Martusciello “la decisione di Bourla è tanto più grave dopo l’ ammissione della portavoce dell’ azienda sul mancato test di efficacia dei vaccini contro i contagi, e mentre è in corso una indagine del Parlamento Europeo sull’ acquisto dei vaccini, acquistati a trattativa privata con lo stesso Bourla”.
“Il Ceo di Pfizer – prosegue l’esponente azzurro – deve rispettare il Parlamento europeo, espressione di 500 milioni di cittadini comunitari, e venire a testimoniare davanti ai deputati.
Non ci sono esenzioni e non c’è un regime di diritto speciale per le multinazionali.
Ci aspettiamo – conclude – una risposta adeguata da parte della Commissione europea e dello stesso Parlamento di fronte a questo atto di arroganza”.
Fonte: mediaintelligence