Nucleare, il sindaco di Caorso: «Qui le scorie non vanno stoccate»
Mentre nell’area di ‘Arturo’ sono stati ultimati i lavori per la costruzione del nuovo deposito temporaneo Ersba2, il sito nazionale per lo stoccaggio delle scorie nucleari resta ‘al palo’.
Non ancora individuato, nonostante la procedura aperta da Sogin nel 2021 e volta a scegliere una delle 67 aree indicate come potenzialmente idonee.
Se ne è riparlato nei giorni scorsi durante la Commissione ambiente convocata ad hoc alla Camera dei deputati, in collegamento anche il sindaco di Caorso Roberta Battaglia.
DEPOSITO NON A CAORSO
La premessa: tutte le zone indicate sull’ormai famosa Cnapi (la mappa dei siti adatti ad ospitare le scorie) si sono chiamate fuori, dicendosi non disponibili.
E così la scorsa estate al ministero dell’Ambiente, per evitare che il progetto deragliasse, hanno deciso di invertire il processo: accettare candidature e poi verificarne la compatibilità ambientale.
Dovrà però essere rivista la normativa.
Questo anche alla luce di una novità importante, ribadita proprio in commissione: il sindaco di Trino Vercellese, Daniele Pane, ha chiesto di «procedere ad altre indagini per sondare soluzioni che consentano di ospitare il deposito a Trino, se altri siti sono indisponibili».
Ha precisato che non si tratta di una vera e propria autocandidatura, ma di fatto ha ipotizzato il ‘sì’.
«Di certo si deve alzare la posta in modo da ottenere di più in termini di contropartite per il territorio – ha continuato –, ma a valle del procedimento, se si concludesse in maniera infruttuosa, rimaniamo disponibili a sederci al tavolo per valutare nuovamente se sul nostro territorio è possibile individuare un’area idonea a una tecnologia sicura. Bisogna permettere autocandidature e disponibilità da parte dei territori interessati».
E così sarà. Ma Battaglia ha subito voluto chiarire:
«A Caorso diciamo no, fin da ora. Il mio territorio non è stato considerato idoneo dalla Cnapi e da parte mia, in accordo con i miei cittadini e con la Regione Emilia-Romagna, non c’è alcuna intenzione di autocandidarci. Per il futuro della nostra centrale, invece, vedo un riutilizzo in chiave green: penso ad esempio ad energie alternative e pulite».
Un parco fotovoltaico, ad esempio.
DATECI IL TESORETTO
Nell’occasione il sindaco di Caorso ha anche voluto richiamare attenzione sulle compensazioni nucleari decurtate negli anni scorsi e poi riconosciute tramite una causa legale contro lo Stato arrivata a sentenza di secondo grado:
Si tratta di 21 milioni di euro per gli anni dal 2005 al 2011, che abbiamo in cassa ma che non possiamo utilizzare perché è in corso il processo di terzo grado.
Alla Commissione ambiente chiedo di impegnarsi per sbloccare questa situazione, perché si tratta di fondi pubblici che continuiamo a spendere, anche per le cause.
Abbiamo già proposto transazioni al Governo, più volte, e ci auguriamo si possa arrivare ad una conclusione che possa soddisfare entrambe le parti.
Ricordo che si tratta di fondi che potrebbero essere utilizzati per importanti finalità ambientali.
Il sindaco di Trino ha inoltre aggiunto che, ampliando il conteggio fino al 2022, ai Comuni sedi di servitù nucleari dovrebbero andare circa 450 milioni di euro non versati dallo Stato nonostante la legge 368.
Fonte: laprovinciacr