Vi diranno che l’obiettivo di digitalizzazione e tracciatura integrale di ogni movimento è per il vostro bene, per la vostra sicurezza. Nei fatti il “wallet digitale europeo”, anche detto portafoglio dell’identità digitale, promette di mettere in rete in poco tempo tutte le nostre vite: così non sarà più il re ad essere nudo ma il suo popolo. Una trovata che entro una annetto potrebbe accalappiare la totalità degli europei, e che ora è solo su adesione volontaria dei singoli cittadini.
E, qualora dovesse aderire all’invito una maggioranza qualificata di cittadini, promettono che scatterebbe l’obbligo per ciascun europeo d’avere identità digitale: il che permetterebbe a Bruxelles di perfezionare quella nuova fattispecie di reato che è la sottrazione dolosa dalla tracciabilità. Chi non si farà tracciare, anche per brevi lassi di tempo e per quisquilie, assurgerà al rango di bandito sociale, o bandito digitale, con tutte le complicazioni del caso. Ecco perché LaPekoranera v’invita a non aderire al “wallet digitale”. Anzi a boicottarlo predicando tra amici, conoscenti e parenti l’allerta contro questa trappola del “capitalismo fiscale di sorveglianza”. Quest’ultimo ha nei sindaci delle città di Roma, Milano e Bologna i propri migliori adepti: infatti hanno offerto, prima al WEF di Davos e poi ai lobbisti Ue, la disponibilità ad introdurre nella cittadinanza l’obbligo alla “tracciabilità totale del cittadino”, i “sistemi di credito sociale” (cittadinanza a punti) e la messa al bando di ogni attività di dissenso bollandola come “non a norma Ue”.
Il primo cappio al collo per i cittadini che aderiranno all’identità digitale consisterà nel fatto che non potranno più ritirare danaro contante da banche e sportelli automatici, e perché il “wallet” avrà allertato l’istituto di credito sul fatto che il cliente ha optato per l’esclusivo uso di danaro elettronico: a questi cittadini non rimarrà che usare segretamente il contante a loro derivante da vendite di roba usata o da prestazioni di lavoro non tracciate. Problema evidente sarà la privacy, perché ogni pubblico funzionario europeo avrà l’accesso ai dati patrimoniali di ogni singolo cittadino: immobili, soldi in banca, veicoli intestati, pendenze tributarie, giudiziarie ed amministrative, nonché le nostre problematiche di salute e familiari.
Il Grande Fratello accederà totalmente alla nostra vita ogni qualvolta dovremo compiere atti pubblici, anche solo rinnovare la patente. Quest’ultima, sempre nel sistema del “citizen wallet”, farà parte per comuni e pubbliche amministrazioni del sistema di premialità: ovvero i punti patente non verranno decurtati solo per infrazioni stradali ma, e soprattutto, per comportamenti sociali non graditi alle amministrazioni; nello specifico svolgere attività non a norma Ue, avere impianti domestici non a norma Ue, aver criticato scelte green o gender, insomma aver infranto i tabù imposti dall’etica del momento. Vale la pena ricordare che questa Unione europea sta introducendo il reato di negazionismo climatico, sanitario e scientifico: ovvero la possibilità di sanzionare con pene detentive superiori ai sei mesi e con ammende chi critica o nega il cambiamento climatico, eventuali nuove patologie e le cosiddette “verità scientifiche”; in parole povere l’Ue permetterà venga condannato il dubbio umano. Il sistema “citizen wallet” premierà comportamenti “rispettosi del clima” e della “transizione gender”.
Soprattutto il “wallet” è a servizio della quarta rivoluzione industriale, che permetterà il controllo di tutta la classe media e meno abbiente occidentale da parte dell’intelligenza artificiale. Insomma un mostruoso programma d’ingegneria sociale, teso ad imporre comportamenti sottomissori e meccanici verso i gestori del potere cibernetico e finanziario. In questa nuova strutturazione della società avranno rango di controllo militari, magistrati, funzionari pubblici, funzionari di banca, sanitari dipendenti di aziende e multinazionali, guardie carcerarie, funzionari delle Entrate e del Territorio, addetti alla sicurezza nei porti e negli aeroporti.
L’assessore di Bologna all’Agenda Digitale ha detto che “il sistema non sarà obbligatorio: lo diventerà quando verrà ritenuto maturo”: di fatto ha ammesso che se la gente dovesse boicottare l’adesione al “wallet”, eludendo la tracciatura, si riuscirebbe ad infrangere il piano del sistema liberticida. Intanto la presidentessa della Commissione Ue, Von der Leyen, ha auspicato l’estensione all’intera popolazione europea dell’ID digitale per accedere a internet: e questo è già un buon motivo per boicottare la tracciatura. Va aggiunto che l’ID digitale è stato previsto dall’Ue in base ad accordi con le multinazionali informatiche che lavorano all’estensione del “modello Microsoft” (il potere di Bill Gates) in tutta la gestione degli stati occidentali. Un programma che mina alla base i nostri diritti costituzionali. Di fatto l’agenda globalista entra a gamba tesa nei singoli stati per edificare il governo unico delle multinazionali finanziare e tecnologiche, le stesse strutture che attraverso i lobbisti condizionano l’Unione europea della Von der Leyen.
Il “wallet digitale europeo” funzionerà come il “green pass”, e permetterà al potere di bloccare in qualsiasi momento la vita di ciascuno di noi: confiscando casa, risparmi e qualsivoglia bene registrato. Spegnendo con un “clic”, come già succede nel Canada di Justin Trudeau, la dissidenza, e riducendo gli oppositori in “povertà irreversibile” per blocco delle risorse: insomma è la nuova morte civile per gli oppositori. Il nemico si muove a forte velocità. Aspettare un cambio di guardia a Bruxelles richiede ancora troppo tempo, bastevole a permettere l’instaurazione del “wallet”. Ergo la lotta deve iniziare e radicarsi, prima che sia troppo tardi, perché la politica è troppo debole e teme i poteri finanziari e tecnologici… i rappresentati istituzionali sono ostaggio del “capitalismo fiscale di sorveglianza”.
Fonte: LA PEKORA NERA