Il presidente statunitense, Joe Biden, ha candidato Ajay Banga, presidente di Exor ed ex amministratore delegato di Mastercard, alla guida della Banca Mondiale. In un comunicato, Biden ha sottolineato che il fatto che Banga sia cresciuto in India gli conferisce una “prospettiva unica sulle opportunità e le sfide che i Paesi in via di sviluppo devono affrontare e su come la Banca Mondiale possa realizzare il suo ambizioso programma di riduzione della povertà e di espansione della prosperità”.
Banga sostituisce il presidente dell’era Trump, David Malpass, che si è dimesso questa settimana tra le critiche per aver apparentemente messo in dubbio il cambiamento climatico. “Ha trascorso più di tre decenni a costruire e gestire aziende globali di successo che creano posti di lavoro e portano investimenti nelle economie in via di sviluppo, e a guidare organizzazioni in periodi di cambiamento fondamentale”, ha detto Biden di Banga. “Ha anche un’esperienza fondamentale nel mobilitare risorse pubbliche e private per affrontare le sfide più urgenti del nostro tempo, tra cui il cambiamento climatico”, ha aggiunto l’inquilino della Casa Bianca.
Banga è anche vicepresidente di General Atlantic, dopo essere stato presidente e amministratore delegato di Mastercard dal 2010 al 2020. È inoltre consulente del fondo di General Atlantic incentrato sul clima, BeyondNetZero, ed è presidente onorario della Camera di commercio internazionale. Banga ha lavorato a stretto contatto con la vicepresidente statunitense, Kamala Harris, come co-presidente del Partenariato per l’America centrale e ha fatto parte della Commissione per il miglioramento della sicurezza informatica nazionale dell’ex presidente Usa, Barack Obama.
In precedenza si è seduto nei consigli di amministrazione della Croce Rossa americana, di Kraft Foods e di Dow Inc. ed è cofondatore del Cyber Readiness Institute. Gli Stati Uniti tradizionalmente scelgono il capo della Banca Mondiale, mentre l’Europa decide la guida dell’agenzia sorella, il Fondo monetario internazionale. Una situazione a più riprese criticata dai Paesi emergenti e in via di sviluppo che chiedono da tempo maggior voce in capitolo.
Fonte: AGI