Effetti avversi
“battaglia navale”
a caccia della Spike
L’immagine è quella della battaglia navale.
È quella che si sta combattendo ancora nel corpo di tanti vaccinati che sono alle prese con gravi reazioni avverse e non riescono ad uscirne con cure e diagnosi convincenti.
È come se nell’organismo si svolgesse una battaglia costante, alle più svariate latitudini del corpo, con un sistema immunitario in perenne attività e a seconda di dove si posizionano le “navi” si hanno degli scontri sempre diversi.
Team internazionale di ricercatori, tra cui gli italiani Bellavite e Donzelli, mostra il meccanismo di azione della Spike prodotta con i vaccini covid che innesca reazioni autoimmuni.
E chiedono di sospendere la somministrazione per scoprire quali tessuti possono essere danneggiati.
Questo iper attivismo è dato dalla tanto contestata proteina Spike, elemento che doveva essere il miglior antigene candidato per l’immunizzazione da covid 19 negli ormai famigerati e cosiddetti vaccini a mRna, ma che invece si sta trasformando in un’arma a doppio taglio.
La frontiera della medicina e della patologia generale sta diventando quella di cercare di capire tutto sulla Spike, sul suo meccanismo di azione, sul perché, legandosi a determinati recettori, provochi reazioni avverse.
È questo il lavoro che stanno conducendo lontano dal clamore tanti scienziati, ricercatori, fisiopatologi e farmacologi i quali, nello studiare la Spike, cercano di riannodare i fili per dare così ai danneggiati da vaccino la speranza di poter lenire le proprie sofferenze e contemporaneamente offrire un contributo scientifico alla ricerca sui vaccini efficaci, ma anche sicuri.
Nel team
Paolo Bellavite e Alberto Donzelli
Tra questi scienziati ci sono anche gli italiani Paolo Bellavite e Alberto Donzelli, i quali hanno partecipato alla stesura di un importante articolo frutto di una collaborazione internazionale e ora in preprint.
Si intitola “Reazioni infiammatorie autoimmuni innescate dai vaccini genetici Covid 19 nei tessuti completamente differenziati“.
L’articolo esprime l’evidenza di solide prove immuno-istopatologiche che dimostrano che
«i cosiddetti vaccini genetici Covid 19 possono avere una distribuzione fuori bersaglio nei tessuti già maturi e differenziati, innescando reazioni autoimmuni».
Che cosa significa fuori bersaglio?
«Che a differenza degli altri vaccini – spiega Bellavite – il prodotto iniettato non bersaglia solo il sistema immunitario»
In poche parole: la Spike è libera di girare nel corpo e di associarsi con altri recettori e questo provoca il sistema immunitario ad essere sempre in allerta e in lotta.
Infatti, i ricercatori hanno potuto isolare due zone centrali nelle quali la Spike va ad annidarsi non senza problemi: il cuore e il cervello, i quali possono incorrere nella produzione in situ della proteina Spike, provocando una forte risposta infiammatoria e autoimmune.
E non è un caso, infatti, che la maggior parte degli eventi avversi siano circoscritti proprio al sistema nervoso e al sistema cardiocircolatorio.
La mappatura di Bellavite
In uno studio di recente pubblicazione con Alessandra Ferraresi e Ciro Isidoro e corredato da una solida bibliografia di oltre 190 riferimenti, Bellavite è stato in grado di fare anche una mappatura di come la Spike possa agire nei vari sistemi.
La mappatura di Bellavite, che dà l’idea di una battaglia navale, è messa a disposizione della comunità scientifica, ma già da subito vuole prefiggersi uno scopo fondamentale: la reazione avversa da vaccino covid è un fenomeno grave e reale.
Per affrontarla bisogna capire tutto sulla Spike perché è questa proteina la responsabile dei fenomeni registrati e che una parte ancora maggioritaria della medicina fa finta di non vedere.
Leggi l’intero articolo al link sotto
FONTE: La Nuova Bussola Quotidiana