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Il peperoncino

Inauguriamo la rubrica sulla coltivazione domestica delle nostre piante con la autoproduzione del peperoncino, una delle spezie più famose del mondo.

Storia

Il peperoncino (axi il suo nome originario) è una pianta che ha ben novemila anni di storia. Le prime varietà domesticate erano già presenti in Bolivia a quei tempi e poi da lì si sono diffuse nel tempo e nello spazio in tutte le culture mesoamericane.
Con la colonizzazione europea delle Americhe il peperoncino è approdato in europa e da lì nel resto del mondo.

Varietà

Oggi dopo millenni di ibridazioni e selezioni abbiamo un numero indefinito e indefinibile di varietà di peperoncino di ogni dimensione, colore e grado di piccantezza.
La piccantezza, dovuta al principio attivo capsiceina (capsicum) è inserita in una scala detta di Scoville, legata alla quantità di capsiceina presente e va da zero a 16 milioni.
Il peperoncino che oggi mantiene il podio di questa scala è il famigerato Carolina Reaper con un valore di 2,2 milioni di punti. Il suo aspetto raggrinzito e contorto e il suo colore rosso fuoco avverte inequivocabilmente sulle sue caratteristiche.
L’Italia è un territorio molto favorevole per la coltivazione del peperoncino, soprattutto nella fascia meridionale della penisola.
Esistono tuttavia varietà molto rustiche che possono essere coltivate con successo anche nelle zone settentrionali e montane pur perdendo parte della loro piccantezza.

Semina

Il peperoncino come la maggior parte delle piante “mediterranee” ama il sole e odia il ristagno idrico per cui deve essere mantenuto in un terreno drenante e abbastanza ricco di nutrienti. La semina è molto semplice e puà essere fatta già da Marzo ad Aprile a seconda delle zone. Il bello del peperoncino è che può essere fatto germinare in casa e tenuto al coperto fino a che la stagione non sia propizia per la crescita all’aria aperta.
Condivido con voi qualche anno di esperienze fallimenti e tentativi che mi hanno portato a un metodo abbastanza collaudato:

Sequenza operazioni


Prendete dei bicchieri monouso (quelli del caffè o quelli per il picnic) e scriveteci sopra quale sarà la varietà seminata
Prendete del terriccio di ottima qualità e mescolatevi un pò di stallatico o meglio ancora compost (in proporzione 10:1)
Setacciate il terriccio per eliminare tutte le parti grossolane e avere quindi un prodotto fine e soffice
Riempite i bicchierini fino quasi al bordo perchè con l’innaffiatura il livello scenderà leggermente
Prendete i semi di peperoncino e mettetene due o tre per ogni bicchierino poi con una forchetta smuovete ill terriccio per farli affondare leggermente. Una regola generale è che il seme deve stare a una profondità non superiore a due volte la sua dimensione per cui in questo caso si tratta di pochi millimetri.
Prendete un nebulizzatore (il classico spruzzino) e bagnate bene la superficie.
Mettete i bicchierini in una cassetta e copriteli con una pellicola trasparente da cucina in modo che si mantenga l’umidità all’interno, ma non chiudete ermeticamente altrimenti si potrebbero generare muffe e funghi che ucciderebbero i semi.
Mettete la cassetta in un luogo esposto alla luce piena ma non al sole diretto e al caldo. Tipicamente va bene il davanzale di una finestra o davanti ad una porta a vetri.
Controllate quotidianamente che il terriccio sia umido e se necessario nebulizzate moderatamente acqua sul terriccio.

Qui di seguito potete trovare un video che spiega un metodo alternativo che ho provato e posso garantire che funziona:

https://www.youtube.com/watch?v=xvZYeXpwBbM&t=472s

Se tutto è stato fatto correttamente dopo un paio di settimane dovrebbero già essere spuntati i cotiledoni (le prime due foglioline che sono i pannelli solari della pianta). Da questo momento in poi le piantine vanno tenute scoperte e innaffiate regolarmente controllando sempre che il terriccio sia umido ma non vi sia ristagno di acqua sul fondo.
Per evitare il marciume radicale è molto utile praticare un paio di fori sul fondo dei bicchierini (incidendo con una punta o con un coltello) in modo che l’eccesso di acqua possa scorrere via dalla terra.

Selezione

Se tutti i semi hanno attecchito troverete tre esili piantine in ogni bicchiere: per migliorare la loro crescita selezionate la pianta più grande ed eretta delle tre ed eliminate le altre tagliandole alla base del terriccio.

Trapianto

Quando le piantine avranno sviluppato almeno cinque o sei foglie e raggiunto un altezza di una decina di centimetri è possibile trapiantarle in vasetti del diametro di una dozzina di centimetri. Questa operazione permetterà all’apparato radicale di svilupparsi bene irrobustendo la pianta. Come per tutte le piante da orto bisognerà mettere sul vaso uno strato drenante (ghiaia, argilla espansa, sassolini), riempire il vaso di terriccio misto a concime, praticare un foro al centro e adagiarvi il contenuto del bicchierino annaffiando bene poi il tutto.
Quando le piante avranno raggiunto una altezza di venti centimetri e il tronco sarà diventato più legnoso è possibile portarle all’aperto in terra piena o in grandi vasi (io utilizzo vasi rettangolati 25×80 cm) dove potranno completare il loro ciclo vegetativo.

Conservazione dei semi

I peperoncini si prestano alla perfezione all’essiccazione, in particolare le varietà Diavolicchio, Etna e simili.
Il processo consiste nel mettere i frutti in una rete o sacco traspirante e porli in un luogo molto ventilato e all’ombra (per esempio appesi al soffitto del balcone o terrazzo).
Altre varietà come gli habanero sono molto più ricche di acqua e quindi è consigliabile aprirle tagliandole a striscioline prima della essiccazione altrimenti all’interno svilupperanno muffe e saranno inutilizzabilli. Per questa operazione bisogna usare dei guanti in lattice aprendo il frutto, estraendo con le dita i semi e disponendo poi il frutto nella rete per l’essiccazione.
Una volta essiccati perfettamente i semi possono essere conservati in barattolini ermetici in luogo buio e asciutto. Personalmente ho utilizzato semi di due anni e ho avuto ottimi risultati, ma non è consigliabile conservarli troppo a lungo.
Quelli che non si usano per la semina semplicemente verranno utilizzati in cucina.

Io e la mia compagna siamo amanti del peperoncino, che ci accompagna in tantissime ricette, ma non amiamo le esagerazioni. Dopo vari esperimenti la varietà che ci dà le massime soddisfazioni è quella calabrese “diavolicchio” che fa frutti piccoli a grappoli che puntano verso l’alto. Questa è una pianta molto generosa, indistruttibile, difficilmente attaccata da parassiti e facile da essiccare.

Buona coltivazione !

Autoproduzione: il peperoncino
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