Dobbiaco (Bolzano) vota contro l’aumento d’elettrosmog e avvisa l’ANCI (che il Governo Meloni però non ascolta!)
“Con la presente delibera si formalizza una forte presa di posizione politica, esprimendo la propria decisa opposizione a qualsivoglia aumento dei limiti dei campi elettromagnetici ad oggi vigenti (pari ai 6 V/m), evidenziando che nessuna ragione – tecnica, tecnologica, economica o anche solo di semplice allineamento a dei valori limite superiori già vigenti in altri paesi UE – può giustificare un rischio di salute per la popolazione, nonché, e più in generale, per l’intera biodiversità (intesa come flora e fauna) dell’ecosistema.”
Col voto favorevole della maggioranza assoluta del Consiglio comunale, nella provincia autonoma di Bolzano il Comune di Dobbiaco ha bocciato senza mezzi termini la nuova legge sull’elettrosmog che dal 30 Aprile 2024 aumenterà in tutta Italia i limiti soglia d’inquinamento da radiofrequenze, inviando un segnale di netta opposizione all’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), coi Governatori regionali e le comunità montane nel tavolo di confronto col Governo Meloni nella Conferenza Unificata (ancora non convocata).
La delibera approvata ieri, la prima in Italia, arriva infatti nel 107° dei 120 giorni utili previsti per legge nell’iter che consente ai territori di esprimere il loro parere (non vincolante) sulla manovra voluta dalla lobby del 5G e approvata dalla maggioranza parlamentare con la legge 214/2023 promulgata a ridosso di Capodanno.
“Viene pertanto lanciato il presente appello politico, anche a tutela della salute pubblica, visto che un innalzamento dei limiti di emissione elettromagnetica – in assenza di comprovate e documentate evidenze medico-scientifiche, che ne dimostrino appieno l’assoluta e palese innocuità – potrebbe comportare effetti biologici dannosi ingiustificabili ed inaccettabili, indipendentemente se solo di lieve entità oppure, come nel caso di forme tumorali, di entità molto grave“.
Ad oggi, però, non risulta ascoltata la Conferenza Unificata e tra pochi giorni terminerà la possibilità dei Sindaci di poter far sentire le ragioni del dissenso.
Anzi, non risulta nemmeno che dall’esecutivo sia stato assunto il parere del CIPRIE, il comitato interministeriale sotto l’egida del Ministero dell’Ambiente deputato a fornire al Governo il parametro di riferimento per la riforma.
Cioè il Governo Meloni, in sostanza, sta facendo tutto da solo, fregandosene delle procedure previste dalla legge quadro 36/2001 ma soprattutto degli inviti alla precauzione e alla prevenzione del danno.
La delibera del Comune di Dobbiaco fa seguito alle richieste e istanze prodotte dai cittadini e dalle associazioni contrarie all’aumento della densità di potenza del wireless:
“I Guardiani del cielo”, l’organizzazione di volontariato presieduta dall’imprenditrice Monica Laneri e con sede legale ad Udine, ha infatti inviato un dettagliato appello a tutti i 7.896 Comuni italiani “sui rischi per la salute conseguenti all’innalzamento dei limiti di emissione delle onde elettromagnetiche con particolare riferimento al sistema 5G – invito a valutare azioni amministrative finalizzate ad impedire l’esposizione della popolazione comunale a fonti addizionali di inquinamento elettromagnetico”.
Con un’azione simile, già nel 2020 l’Alleanza Italiana Stop5G era riuscita a portare al numero di oltre 600 i Comuni che avevano adottato ordinanze, delibere e atti amministrativi per la precauzione: il decreto Semplificazioni imbavagliò i sindaci impedendogli di arginare lo tsunami 5G.
Oggi però, appena quattro anni dopo, vanificato quel tentativo tutti i nodi della questione stanno venendo al pettine con l’aumento d’elettrosmog (picchi diurni di densità di potenza anche 100 volte più di oggi) e l’installazione di nuove antenne più potenti (anche il 50% in più come nel Comune di Cologno Monzese).
Di seguito, in esclusiva su OASI SANA, pubblichiamo la delibera approvata dal Comune di Dobbiaco e l’istanza de I Guardiani del cielo inoltrata a tutte le amministrazioni comunali.
Intanto per il 30 Aprile 2024, giorno di entrata in vigore della nuova norma, è stato indetto lo sciopero digitale nazionale nel Disconnessi Day
“per dissentire dalla spericolata manovra, per protestare e mandare un segnale forte, in controtendenza e inedito al Governo Meloni, denunciando al contempo l’arroganza delle multinazionali straniere del 5G sempre più padrone delle scelte dei decisori pubblici“.
Maurizio Martucci
Fonte: oasisana
Inter
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