Antibiotico resistenza. Da Aifa nuove indicazioni per combatterla, compresa una app a “semaforo”
Il “Manuale antibiotico Aware“ curato nell’edizione italiana dall’Agenzia del farmaco e confluito in due pubblicazioni per gli adulti e per i bambini, è stato presentato oggi a Roma. Un manuale con lista ‘a semaforo’ che divide gli antibiotici in tre gruppi per agevolarne l’uso appropriato. Magrini: “Importante che agli antibiotici siano patrimonio comune”
19 GEN –
Raccomandazioni sull’utilizzo degli antibiotici per ridurne l’abuso e agevolarne l’uso appropriato sul solco di quelle globali indicate dall’Oms.
È quanto contenuto nel “Manuale antibiotici AWaRe” targato Aifa e confluito in due pubblicazioni per gli adulti e per i bambini, disponibili sul sito dell’Agenzia.
Un manuale con lista “a semaforo” che divide gli antibiotici in tre gruppi e che a breve sarà consultabile grazie ad una App che permetterà a tutti, personale sanitario e cittadini, di accedere con rapidità alle indicazioni utili per contrastare il fenomeno dell’antibiotico resistenza, una vera e propria emergenza nel nostro Paese e non solo.
Le iniziative del Gruppo di lavoro Cts Aifa-Opera per ridurre la resistenza agli antibiotici in Italia sono state presentate questa mattina dal Direttore Generale Nicola Magrini presso la sede dell’Agenzia Italiana del Farmaco.
L’ultima apparizione di Magrini in qualità di Dg, che conclude così il suo mandato.
L’edizione italiana del volume presentato dall’Oms a dicembre 2022 “The Who AWaRe Antibiotic Book”, arriva dopo le raccomandazioni per la medicina generale e ospedaliera sulle infezioni resistenti.
Le indicazioni globali dell’Oms sono selezionate, calibrate e adattate al contesto epidemiologico e alla disponibilità dei farmaci in Italia per le dieci sindromi di più facile osservazione nell’adulto e nel bambino.
“Credo sia importante che le informazioni siano fruibili a tutti – ha detto Magrini – e che gli antibiotici diventino un patrimonio comune e condiviso nella loro essenzialità per le patologie, ma anche per la loro non essenzialità e non utilità in molte sindromi non influenzali e anche virali.
Ciò che conta sono le idee nuove e innovative e la vera novità è nella presenza di infografiche: tutte le raccomandazioni non sono disponibili solo nel classico formato ma si fa un chiaro investimento sulle infografiche, si può dire tutto in una pagina e con una app si potranno scaricare tutte le informazioni per sapere come si tratta una patologia”
“Un lavoro eccezionale svolto con grande accuratezza – ha aggiunto Patrizia Popoli, Presidente della Commissione Tecnico Scientifica, CTS – il documento accoglie le raccomandazioni dell’Oms adattandole e calibrandole con gli scenari italiani.
Uno strumento essenziale per i Mmg, un compendio di evidenze per diagnosi, utilizzo dei farmaci ed esami laboratorio”.
L’Italia, spiega il Manuale, è tra i Paesi europei con i maggiori consumi e con i tassi più elevati di antibiotico resistenza e multi-resistenza.
L’aumento delle resistenze può essere contrastato efficacemente solo attraverso un approccio globale One health che promuova interventi per l’uso responsabile di questi farmaci in tutti gli ambiti.
Il quadro in Italia è allarmante.
“L’implementazione e la diffusione dei programmi di corretto uso della terapia antibiotica in Italia – ha spiegato Evelina Tacconelli Direttore Malattie Infettive dell’Università di Verona e componente del gruppo di lavoro Cts Aifa-Opera – è ai livelli più bassi in Europa e ha la medesima valutazione di Latvia, Polonia e Lituania.
La prevenzione delle infezioni ospedaliere che costituisce il 65% delle infezioni resistenti agli antibiotici, è ai livelli più bassi in Europa insieme alla Romania.
E per quanto riguarda il profilo di resistenza, Ì’Italia si colloca al quinto posto tra i Paesi ad alto reddito per indice di resistenza agli antibiotici subito dopo Latvia, Irlanda, Slovacchia e Spagna”.
Soprattutto, dal 2010 al 2021 in Italia non è cambiato nulla per quanto riguarda ad esempio la Klebsellia resistente ai carbapenemi:
“Continuiamo ad essere in zona rossa rispetto agli altri Paesi europei – ha aggiunto Evelina Tacconelli Questo nonostante la mortalità per antibiotico resistenza si colloca prima di quella per malattie polmonari e subito dopo le malattie cerebro vascolari”.
Sono tante le cause che non consentono nel nostro Paese il giro di boa, ha spiegato.
Si va dalla incompleta aderenza al lavaggio delle mani negli ospedali, all’abuso di prescrizione con dosaggi non pertinenti e con durata errata, alla incompleta aderenza ai protocolli per la gestione dei cateteri venosi e urinari fino ad un uso eccessivo di questi ultimi, solo per citarne alcuni.
“I team di prescrizione antibiotoca non ci sono in tutti gli ospedali – ha poi aggiunto – e non esistono corso di formazione ad hoc nelle Università.
E queste sono tutte misure corregibili.
È questo il momento per fare in modo che ci siano interventi chiari, con risorse economiche certe, sorveglianza attiva delle resistente, raccomandazioni nazionali di terapia che siano controllate.
Si stanno attuando misure di contrasto all’inquinamento ambientale – ha concluso – credo che allo stesso modo i cittadini debbano avere misure per non morire di antibiotico resistenza”.
Fonte: quotidianosanità