Morti Covid: AIFA ammette, dati falsati
Il castello della narrazione delle “verità autorevoli” imposte “per legge”, inizia a vacillare.
Qualcosa sta succedendo perché da un po’ di giorni, si iniziano a vedere sempre più spesso, ammissioni di errori da parte di quelle “autorevoli fonti” le quali, anziché vigilare correttamente, per loro stessa ammissione, dichiarano, come se nulla fosse, che i “conti non tornano”.
È il turno dell’Aifa, Agenzia italiana del Farmaco che, per bocca del proprio direttore generale, Nicola Magrini, (in foto) ammette che i “conti che non tornano”, riguardo i conteggi giornalieri dei morti da coronavirus.
Si tratterà di sterile polemica, gioco delle tre carte, fatto sta che, sia nei giornali di stato, che nelle notizie che circolano in rete, dopo queste ammissioni, c’è un rimpallo di dichiarazioni tra le varie super star televirologhe.
Il primo a mettersi in evidenza per polemizzare, non poteva essere che lui, il televirologo Burioni che ha dichiarato:
“Non tutti i medici di base prescrivono l’antivirale Paxlovid”
e subito arriva la smentita di Magrini che dice:
“da oltre tre mesi siamo il Paese europeo con il maggior numero di trattamenti con il farmaco antivirale Paxlovid”.
Ma il conteggio dei mesi sarà giusto?
Chi avrà ragione tra Burioni e Magrini?
Fatto sta che le persone continuano a morire e la curva dei decessi non si ferma, perché ormai è chiaro che la verità sta emergendo e Magrini non sa proprio cosa dire.
Noi invece una domanda, ma in realtà sono molte, ce la facciamo ed è questa:
perché si è tentato di “inoculare” nella testa della gente che il siero magico, arrivato scortato a -80 gradi associato alla imposizione di ogni tipo di costrizione delle libertà individuali, sarebbe servito a limitare la diffusione e i decessi, se poi i dati non si sono tenuti correttamente anzi ci si accorge dopo due anni che sono falsati?
Quale fiducia e sicurezza può avere ora un cittadino nelle istituzioni, anche quello più “ligio al dovere”, ascoltando queste dichiarazioni.
Il direttore dell’Aifa su Repubblica, tenta di dare una risposta, ma la falla che crea è ancora peggiore e dichiara:
“È cambiato molto rispetto al 2020 quando le polmoniti erano la causa principale dei decessi – dice Magrini – ora non lo sono più. Se una persona muore di ictus o un tumore, ma incidentalmente è positivo, non è l’infezione virale la ragione del suo decesso.Su questo servirebbero più informazioni, ma non ha senso ora aprire polemiche: ho verificato i dati di un paio di regioni e nell’ultima settimana, fra le morti di persone positive in ospedale, non c’è neanche una polmonite da Covid nella diagnosi principale. Ci sono invece pazienti in cui l’infezione figura come complicanza nelle diagnosi secondarie”.
Conveniamo con lui che non è il momento di aprire polemiche, ma quello di chiedere alle Procure italiane, di aprire dei fascicoli per verificare le esatte dinamiche e/o correlazioni di questi decessi e soprattutto di accertare come abbiano lavorato questi funzionari, dirigenti e politici nei confronti del diritto alla salute dei cittadini e delle libertà costituzionali.
In realtà se le Procure volessero, avrebbero già il terreno spianato perché Magrini ha dichiarato:
“Un numero importante di morti attribuiti al Covid, non ha in realtà Sars-Cov2 come causa principale”.
Ricapitolando, dati falsati, dirigenti che non possono più nascondere la verità sempre ostacolata e falsata nei media di “propaganda”, cos’altro serve da aggiungere per capire?
di Andrea Caldart
Fonte: Quotidiano Web