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Agenzia Cyber
Roberto Baldoni si dimette.
Bruno Frattasi è il nuovo direttore

Bruno Frattasi, prefetto di Roma, in tempo record dalle dimissioni di Roberto Baldoni, è il nuovo direttore dell’Agenzia cyber.
Un evento che dimostra quanto grande sia diventata la sensibilità della politica per questi temi.
Il momento per la cyber nazionale è del resto critico.

La premier stessa, Meloni, l’ha fortemente voluto e ora a tempo record c’è un nuovo direttore dell’Agenzia per la cybersecurity nazionale: Bruno Frattasi, prefetto di Roma. A circa 72 ore dalle dimissioni di Roberto Baldoni.

Una lettera della Meloni alla presidenza della Camera certifica questa scelta, comunque apprezzata anche da Alfredo Mantovano, sottosegretario di stato alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega alla cybersicurezza.
In maggioranza, critica solo la Lega perché Frattasi si era opposto ai decreti Sicurezza di Salvini.

Spicca la differenza di profilo

Frattasi, napoletano, classe 1956, è un prefetto, giurista, gradito al nuovo Governo.
Baldoni è un professore della Sapienza esperto di cybersecurity, un tecnico che ha avviato l’Agenzia nel 2021 e si è occupato del tema ai massimi livelli istituzionali fin dal 2018.
Ma Baldoni è stata vittima dello spoil system perché considerato espressione di precedenti Governi (da Gentiloni a Conte a Draghi) dove Fratelli d’Italia era sempre all’opposizione.

Il Governo non cercava una figura tecnica che sapesse di cyber, ma un coordinatore attento al tema (generale) della sicurezza.
Questa nomina conferma che anche le dimissioni di Baldoni siano state dettate solo da motivi politici; e non certo da motivi “tecnici”, citati da alcuni.

Un momento critico per la cyber

Certo è di per sé una buona notizia che il Governo abbia accelerato nella nomina di un successore.
L’Italia, in questo periodo in particolare, non può permettersi distrazioni sulla governance della cyber security.
I dati Clusit di ieri confermano un record storico e mondiale per gli attacchi all’Italia.
La relazione dell’intelligence presentata a febbraio ricorda che la cyber è una delle armi di Mosca nella guerra ibrida. 

Bisognava fare in fretta anche per la costruzione rapida della stessa Agenzia, che ha solo un terzo delle risorse umane di cui si deve dotare per legge.
E bisogna sbrigarsi a completare il quadro attuativo delle norme, vedi il centro di certificazione prodotti ICT Cvcn (che attende una mossa da Bruxelles).

FONTE: cybersecurity360.it

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