“Yang Sheng: l’arte della lunga vita nella medicina taoista”.
E’ una disciplina che si insegna in Cina praticamente in tutte le università di medicina, ma solo agli studenti stranieri.
Si pensa che gli studenti cinesi non abbiano bisogno di seguire queste lezioni, in quanto assimilano tali conoscenze per osmosi.
In traduzione letterale dal cinese, il termine “Yang Sheng” si può rendere con “nutrire ciò che nasce”, “nutrire la vita”.
Sviluppatasi nel corso dei secoli, tale dottrina rappresenta ad oggi un corpus di regole riguardanti tutti gli ambiti della vita umana:
l’alimentazione, il clima, il lavoro ed il riposo, il rapporto con la realtà circostante, il sonno e la veglia ecc.
Questi antichi saperi su come evitare le malattie e allontanare la vecchiaia appartengono al popolo cinese da tempi remoti.
Ovviamente, il sistema Yang Sheng non si limita al mantenimento della salute fisica, ma tratta anche della salute psichica, dell’educazione della mente e dello spirito.
L’uomo come parte dell’ambiente
Secondo la medicina orientale l’uomo è naturalmente inserito nell’ambiente circostante, è parte di un’unica materia viva che cambia ciclicamente forma, secondo le sue leggi interne, utilizzando l’energia del Sole e della Terra.
Sappiamo che alcuni organismi viventi fungono per noi da cibo, altri da medicina. Per non parlare degli innumerevoli batteri che abitano il nostro corpo, con i quali viviamo a stretto contatto, in una relazione di vantaggio reciproco:
il cosiddetto microbioma, attualmente oggetto di numerosi studi.
La teoria olistica dello Yang Sheng
affonda le proprie radici nella dottrina Dao, secondo la quale tutto ciò che è vivo al mondo si trasforma ciclicamente e l’uomo, seguendo le regole della natura, può aspirare alla longevità.
È per questo che la massima “vivi secondo natura” assume nella medicina cinese un profondo significato.
Una volta comprato un nuovo aspirapolvere o elettrodomestico, ci viene naturale leggere attentamente le istruzioni per l’uso, prima di metterlo in funzione.
In queste istruzioni solitamente si raccomandano specifici materiali di consumo per quella specifica macchina, vi è descritta la manutenzione che le permetterà di funzionare più a lungo e senza guasti.
Da questo punto di vista, anche noi siamo come un “bio-meccanismo” soggetto all’usura e alle “avarie”.
Ecco allora che, parlando in modo figurato, la dottrina Yang Sheng rappresenta proprio quel dettagliato libretto d’istruzioni su come l’uomo si debba prendere del proprio organismo, affinché tali “avarie” avvengano il più raramente possibile e la durata della vita sia più lunga.
Non è un segreto che il ritmo di vita si sia velocizzato in modo esponenziale negli ultimi anni.
Siamo tutti talmente impegnati, percepiamo così tanto la mancanza di tempo da dedicare a qualsiasi attività, che la frase “non ho tempo di ammalarmi” è diventato quasi un assioma.
D’altronde la nostra stessa vita è già cambiata e continua a cambiare con l’avanzare della tecnologia e del progresso.
Perciò riponiamo sempre più speranza nelle cure mediche e nei farmaci innovativi.
Ed i dottori affinano la propria arte nel l’utilizzare sempre nuovi farmaci, per ricostituire in qualche modo in salute perduta del paziente.
Non si cura di cosa e quando si mangia, a che ora si va a dormire, in quale stagione è meglio viaggiare e quando invece rimanere a casa ecc.
Sane abitudini per una lunga vita
Nell’antica tradizione orientale, invece, è tutto diverso.
Il sistema Yang Sheng
agisce secondo il principio dell’ “acqua che erode la pietra”. Vale a dire che la forza dell’abitudine gioca un ruolo fondamentale nel mantenimento o nella perdita della salute.
Quindi, se una persona a quarantacinque anni è perennemente debilitato o senza forze, questo non significa che prenda troppo poche medicine.
Secondo la Medicina Tradizionale Cinese, significa che lui stesso, con il suo stile di vita, sta minando la salute del proprio organismo, o che sotto il giogo della “tirannia del dovere” (“La nevrosi dello sviluppo personale”, nella definizione di Karen Horney) egli spende tantissime energie per raggiungere obiettivi fasulli, oppure vive in un clima troppo rigido o inquinato o a lui non consono.
Ed ecco che da queste considerazioni generali la medicina cinese passa ad una precisa e chiara indicazione di ciò che la persona deve cambiare nel concreto, nell’alimentazione, nel rapporto con chi lo circonda, nel riposo, nel tipo di attività, e complessivamente nel suo modo di pensare, nella sua scala delle priorità, per poter risolvere la situazione.
Inoltre, le raccomandazioni per rimettersi in salute sono rigidamente individuali, formulate per ogni persona, come un vestito da sartoria piuttosto che un “prêt a porter”
Questo è reso possibile dalla teoria e dai metodi di diagnostica della MTC, che concorrono a formulare un quadro completo dell’organismo del paziente e dei suoi “punti deboli”.
Certamente la medicina occidentale ha mappato il genoma umano e può dare molte informazioni riguardo la predisposizione a determinate malattie.
Ma in quanto a come evitare tali malattie, è la medicina cinese a dare utili indicazioni. È per questo che i due sistemi di medicina sempre più spesso vengono integrati.
Fa piacere rendersi conto di come, negli ultimi decenni, nel mondo sia sorta una grande esigenza legata alla salute, ad una longevità priva di malattie e attiva e alle conoscenze che possono portare a raggiungere tutto questo.
Esiste una grande quantità di ricerche incentrate sullo stile di vita sano, e se nel passato, questi due sistemi di medicina rappresentavano due poli diametralmente opposti, che davano indicazioni tra loro contraddittorie, ora questi percorsi verso uno stile di vita sano stanno convergendo.
Dal 1993, dopo che la questione della vecchiaia fu discussa durante un importante congresso internazionale in Canada, è stato decretato che la vecchiaia non è, come era uso considerarla, una legge di natura, ma è una vera e propria malattia e il risultato di varie disfunzioni organiche: è una patologia.
Molti sanno che nella Cina Antica il salario di un medico dipendeva dalla quantità di persone in salute che abitavano nella sua zona di competenza, e non da quanti egli fosse riuscito a curare da qualsivoglia malattia.
Inoltre, il medico dava indicazioni riguardo alla salute del paziente già dalla loro nascita.
Ecco perché si è radicata l’idea che la medicina cinese sia di grande aiuto proprio nelle fasi iniziali della malattia o meglio prima che queste si manifestino.
Si tratta della conseguenza logica del concetto di Yang Sheng.
“L’uomo saggio si libera dal danno, quando questi non è ancora insorto”. Lao Tzu
Autore: Oksana Nachataia (trad. dal russo di Letizia Gazzola)
Fonte: scuolatao