L’oncologo Patrizia Gentilini: “in corso vera e propria epidemia di tumori, vaccini mRNA tra le probabili cause”
Patrizia Gentilini, stimato medico oncologo ed ematologo e divulgatore scientifico, evidenzia la possibile correlazione tra i vaccini a mRNA e l’insorgenza dei tumori
Patrizia Gentilini è un medico oncologo ed ematologo di Forlì, molto noto e apprezzato anche come divulgatore scientifico in televisione e sui giornali. Cura una rubrica fissa di Salute e Medicina sul Fatto Quotidiano ed è particolarmente esperta delle problematiche ambientali legate allo sviluppo dei tumori. In un articolo pubblicato nella sua rubrica del Fatto nei giorni scorsi, Gentilini ha evidenziato la preoccupazione per il drammatico aumento di tumori in Italia negli ultimi due anni parlando di vera e propria “epidemia di cancro“, riportando i dati ufficiali dell’Istituto Superiore di Sanità.
La dottoressa Gentilini spiega che
“le cause di tutto questo vengono individuate negli stili di vita sempre più scorretti dato che il 33% degli adulti è in sovrappeso, il 10% obeso, il 24% fuma e i sedentari sono aumentati dal 23% nel 2008 al 31% nel 2021. Certamente l’interruzione delle normali attività di diagnosi, interventi chirurgici e terapie in conseguenza della pandemia ha contribuito ad aggravare questo bilancio, ma anche la sedentarietà forzata cui siamo stati costretti con i prolungati lockdown non ha certo favorito la nostra salute fisica e psichica. Tutti ricordiamo le scene surreali del solitario runner in riva al mare inseguito dalla polizia o il canoista inseguito dal drone e per questo multato in modo salato: forse dopo due anni un’autocritica da parte delle autorità sanitarie anche sulle norme sarebbe auspicabile“.
Gentilini, però, aggiunge:
“Vi è però un altro potenziale fattore di rischio sempre più presente nella letteratura scientifica, ovvero il possibile ruolo causale dei vaccini a mRNA nell’insorgenza e/o progressione di forme tumorali. L’utilizzo di vaccini a mRNA nel contesto delle malattie infettive non ha precedenti e molte sono ancora le incognite al riguardo, visto che non è chiaro da quali cellule dell’organismo, dopo l’inoculo, venga prodotta la proteina Spike, quanta se ne produca, per quanto tempo e dove si distribuisca. E’ tuttavia accertato che la proteina Spike indotta dal vaccino ha una azione pro-infiammatoria e può interagire con complesse funzioni biologiche dell’organismo, in particolare interferendo con la produzione di citochine, sostanze modulatrici del sistema immunitario. Segnalo poi che questi prodotti non sono stati testati né per genotossicità né per cancerogenicità e nulla sappiamo dei loro effetti a lungo termine. Di fatto risultano pubblicati sia casi di nuova insorgenza che di rapida progressione di tumori già esistenti a distanza di brevissimo tempo dagli inoculi, ma di ancor maggiore interesse sono i lavori che indagano i possibili meccanismi alla base di tutto questo. L’argomento è ovviamente molto complesso, ma ancora una volta sarebbe coinvolto il sistema immunitario dell’ospite che, stimolato in modo abnorme con i ripetuti inoculi, perderebbe la propria efficienza. In particolare sarebbe alterata la sorveglianza immunitaria nei confronti delle cellule tumorali a seguito della diminuita produzione di interferone, ma si avrebbe anche una esagerata produzione di un fattore di crescita (TGFbeta), sostanza in grado di indurre in cellule già differenziate, una “regressione” verso lo stato mesenchimale (stato proprio delle prime fasi della vita embrionale), con capacità di metastatizzazione e maggiore aggressività biologica”.
La dottoressa Gentilini conclude l’articolo scrivendo che
“Noi dovremmo monitorare attentamente le conseguenze a lungo termine di questi vaccini, specialmente quando vengono somministrati a individui altrimenti sani e aprire finalmente un dibattito scientifico degno di questo nome. Purtroppo la censura di ogni voce dissonante, anche se autorevole, che si è registrata nel corso di questi due anni è qualcosa di inaudito che non ha giovato alla scienza e tanto meno alla salute; come scritto nell’articolo infatti: “la censura di opinioni e punti di vista opposti o alternativi può essere dannosa per il pubblico, soprattutto durante situazioni di crisi come le epidemie, che sono caratterizzate da grandi incertezze, poiché può portare a perdita di importanti punti di vista, informazioni e prove scientifiche“.
Ieri la dottoressa Gentilini ha rilasciato un’intervista al giornale locale buongiornosuedtirol in cui ha ulteriormente aggiunto:
“La tecnologia a mRNA oggi utilizzata nei “vaccini” contro SARS-CoV-2 non era mai stata utilizzata per contrastare una malattia infettiva, né tanto meno su popolazione sana di ogni classe di età, addirittura questi “pro-farmaci” -come correttamente li chiama il Prof. Cosentino- sono stati autorizzati a partire dai 6 mesi anche se ben sappiamo che COVID-19 non ha mai rappresentato un problema né nell’età pediatrica, né nei giovani. Su questo invito a leggere quanto si trova sul sito della CMSi. I “vaccini” a mRNA sono nati per trovare una cura contro il cancro e questa tecnologia ha oltre vent’anni di ricerca alle spalle. Purtroppo il sogno dei ricercatori di ottenere un’arma efficace contro il cancro ad oggi non ha avuto alcun successo e l’aver trasferito l’utilizzo di questa tecnologia -inefficace per ciò per cui era sorta ed i cui effetti a medio/lungo termine non erano stati minimamente indagati- per contrastare una malattia infettiva, utilizzandola in modo massiccio ed indiscriminato su popolazione sana, è qualcosa di inaudito nella Storia della Medicina e lasci che le dica che mi sembra un pura follia, un azzardo di cui solo nel tempo vedremo tutte le conseguenze. Del resto Kathrin Jansen, responsabile della ricerca e sviluppo dei vaccini presso Pfizer, e recentemente andata in pensione ha rilasciato un’intervista su Nature in cui letteralmente afferma: «Abbiamo pilotato l’aereo mentre lo stavamo ancora costruendo». Queste sono state alcune delle affermazioni di Jansen, quindi ogni regola, controllo, prudenza è saltata e i risultati li vediamo, considerate anche solo le difformità riscontrate nei vari lotti“.
Il medico romagnolo, rivolgendosi al giornalista che l’ha intervistata, ha aggiunto:
“Se lei pensa che per definizione un vaccino dovrebbe essere somministrato a persone sane ed un farmaco solo a chi è ammalato, capisce bene che il bacino di popolazione è molto più ampio nel primo caso. Penso tuttavia che l’interesse di Big Pharma sia su entrambi i fronti e se poi il “vaccino” indebolisce il sistema immunitario e quindi rende più fragile e ammalata la popolazione direi che il cerchio si chiude! Creda non sto esagerando, purtroppo la Medicina ha preso da decenni una china molto pericolosa ed invece di investire sul mantenimento della salute preservando innanzi tutto la qualità dell’ambiente e le risorse personali (pensiamo ad esempio all’importanza del microbiota nel preservare il nostro stato fisico e psichico) assistiamo al fenomeno del “disease mongering”, ovvero “fabbricare malattie”. Nel 1976 Henry Gadsden, presidente di un gruppo farmaceutico americano, dichiarò che la nuova frontiera del suo settore industriale sarebbe stata “produrre farmaci per persone sane, perché questo ci permetterà di vendere a chiunque, così come si vendono chewing gum”. Direi che l’obiettivo lo stanno purtroppo raggiungendo alla grande“.
Fonte: meteoweb