Bollette
Il Consiglio di Stato
apre ai rincari se
il contratto è in scadenza
Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di Iren contro la sospensiva dell’Antitrust e aperto alle modifiche contrattuali unilaterali che comportano rincari in bolletta se il contratto è in scadenza.
La sentenza tende una mano agli operatori, senza scardinare del tutto l’impianto dell’articolo 3 del decreto Aiuti-bis, che congelava gli aumenti fino ad aprile 2023, e di fatto passa la palla al Governo.
Una decisione salomonica, insomma, che cerca di tutelare anche i consumatori vessati dal caro-bollette senza dimenticare le richieste degli operatori, alle prese con approvvigionamenti di materia prima aumentati di 6-7 volte nel corso dell’anno.
Cosa dice la sentenza
del Consiglio di Stato
Il Consiglio di Stato ha accolto l’istanza cautelare e sospeso in parte
«il provvedimento impugnato dall’appellante, recante un generalizzato ordine nei suoi confronti di sospendere ogni variazione nei contratti di fornitura, nei sensi e limiti di cui in parte motiva ossia ove riferisce tale ordine, certamente fondato normativamente quando si tratta di variazioni unilaterali, anche a fattispecie di aggiornamento prezzi per rinnovo di contratto scaduto».
In altre parole, il Consiglio di Stato interviene sull’interpretazione estensiva del provvedimento Antitrust, giustificando gli aumenti quando si deve procedere al rinnovo del contratto luce o gas.
Iren apripista per tutte le utility
Iren si è trovata a fare da apripista mossa da un’urgenza maggiore alla luce dei conti del terzo trimestre, ma ora ha creato un precedente per tutto il settore.
La società guidata dall’ad, Gianni Vittorio Armani:
«accoglie con soddisfazione il pronunciamento del Consiglio di Stato che, effettuando valutazioni anche di merito, annulla la sospensiva disposta dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato nell’ottobre scorso in merito al rinnovo delle condizioni economiche alla scadenza».
«che potrà contribuire a chiarire al meglio una questione che coinvolge tutte le utilities, un comparto già duramente colpito dalla crisi energetica».
Ora si attende «con fiducia il pronunciamento nel merito del Tar del Lazio, previsto a febbraio 2023»
dalla Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche spiegano:
«La delibera del Consiglio di Stato rappresenta un primo passo nella giusta direzione per chiarire la questione degli aumenti dei prezzi dell’energia previsti alla scadenza dei contratti, bloccati nei giorni scorsi dall’Antitrust»
«ed evidenzia come una questione così strategica debba essere risolta attraverso una chiara decisione politica, e non a colpi di sentenze.
Decisione, oltretutto, in linea con il Regolamento europeo in materia di caro energia (Regolamento UE 2022/1854) che prevede che se uno Stato interviene sui prezzi dell’energia, di fatto regolandoli, è tenuto a risarcire le imprese.
Di certo il costo economico di limiti nazionali ai prezzi retail non può ricadere esclusivamente sulle imprese del settore energetico, già alle prese da mesi con costi delle materie prime ai massimi storici».
L’emendamento fantasma
La sentenza accoglie indirettamente il testo dell’emendamento ancora senza firma che nei giorni scorsi si aggirava nei corridoi della Camera, delineando modifiche proprio al contestato articolo 3 del dl Aiuti.
La proposta di norma, infatti, sblocca le modifiche unilaterali ai contratti luce e gas, fermo restando il diritto di recesso. Ora dal Consiglio di Stato è arrivato indubbiamente un assist.
FONTE: MilanoFinanza