RITORNANO IN ITALIA DAGLI STATI UNITI 130 REPERTI ARCHEOLOGICI
ROMA – Con una cerimonia del 20 luglio a New York, sono restituiti all’Italia 130 reperti archeologici di grande rilevanza storica e artistica. Oggetto di traffici illegali.
I beni, recuperati dalle autorità giudiziarie statunitensi grazie alla collaborazione tra il Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale (Tpc) dell’Arma dei Carabinieri e il Manhattan District Attorney’s Office, sono stati consegnati al Console Generale d’Italia a New York, Fabrizio Di Michele, alla presenza del Procuratore Distrettuale della New York County, Alvin Bragg, e del Comandante Tpc, Generale di Brigata Roberto Riccardi.
I reperti restituiti coprono un ampio arco temporale compreso tra il 2500 a.C. e il VI secolo d.C.
Questa notizia segue di pochi mesi il rimpatrio di altri 201 reperti archeologici.
Illegalmente esportati negli Stati Uniti nel corso degli ultimi decenni, smerciati dai grandi trafficanti internazionali e acquisiti (a volte dopo vari passaggi di mano) da importanti musei, case d’asta, gallerie antiquarie e collezionisti privati.
Su quei reperti i Carabinieri Tpc avevano indagato insieme ai colleghi di Federal Bureau of Investigation (FBI) e Homeland Security Investigations (Hsi), riportando a casa in aereo i tesori.
“Si tratta della seconda significativa restituzione all’Italia di opere in pochi mesi” – ha sottolineato Di Michele – “dopo quella di 200 reperti dello scorso dicembre, in occasione della quale avevamo esposto vari artefatti presso il Consolato Generale e l’Istituto di Cultura. La restituzione delle opere conferma l’eccellente livello di cooperazione tra le Autorità dei due Paesi, che permette di riportare in Italia tesori di valore inestimabile”.
“Ancora un concreto segno della collaborazione delle Autorità statunitensi per il recupero dei beni culturali trafugati. Il mio ringraziamento al Colonnello Matthew Bogdanos e ai suoi collaboratori – ha commentato il Comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, Roberto Riccardi.
Fonte: artemagazine