Dopo il danno,
la beffa
Il mascheramento, l’allontanamento sociale e il lavaggio delle mani durante le ondate di Covid-19 potrebbero averci resi più suscettibili all’influenza e al virus respiratorio sinciziale!!!
Influenza,
con «il debito di immunità»
si rischia la peggior ondata da 15 anni
Secondo Scott Hensley, immunologo presso l’Università della Pennsylvania a Filadelfia, ciò è dovuto al fatto che la popolazione
«è più immunologicamente “naive” di quanto ci aspetteremmo.
In genere, i bambini vengono infettati dal loro secondo compleanno.
Oggi, invece, ci sono bambini di 3-4 anni che non hanno mai visto Rsv (virus respiratorio sinciziale)».
Per i bambini più grandi e gli adulti che sono stati precedentemente infettati, il problema è invece la diminuzione dell’immunità.
In assenza di esposizione a un virus, i livelli di anticorpi diminuiscono.
Il mascheramento, l’allontanamento sociale e il lavaggio delle mani durante le ondate di Covid-19 potrebbero quindi averci resi più suscettibili all’influenza e al virus respiratorio sinciziale (che di solito provoca lievi sintomi simili al raffreddore, ma che può essere pericoloso per i bambini piccoli e gli adulti più anziani).
Debito di immunità
Nell’agosto 2021, i ricercatori in Francia hanno coniato il termine “debito di immunità” per descrivere questa riduzione dell’immunità a livello di popolazione.
Sulla rivista Nature Matthew Miller, immunologo della McMaster University di Hamilton, in Canada ha detto:
«Se molte delle persone suscettibili vengono infettate nei prossimi mesi, la stagione influenzale del prossimo anno potrebbe essere più docile, poiché parte del debito immunitario viene “ripagato” quest’anno.
Ma non è ancora chiaro se il Covid-19 diventerà una malattia stagionale come l’influenza e l’Rsv, o se continuerà come è stato, con picchi sporadici durante tutto l’anno».
È dello stesso avviso Elena Bozzola, segretario e consigliere nazionale della Società italiana di pediatria (Sip).
«Un po’ ce lo aspettavamo che sarebbe stata una stagione invernale intensa dal punto di vista dei virus respiratori nei bambini.
Abbiamo avuto un sentore l’anno scorso: dopo un periodo di tregua apparente in cui non si parlava di virus respiratorio sinciziale, con la fine dei lockdown e delle restrizioni per Covid abbiamo visto che un po’ in tutto il mondo è successa la stessa cosa, e cioè che il virus è tornato ancora più aggressivo, portando anche dei picchi fuori stagione.
Questo perché si è iniziato a pagare una sorta di debito di immunità.
L’anno scorso non era ancora successo con l’influenza.
Quest’anno invece si sta facendo sentire anche questa insieme ad altri virus».
Secondo la Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg)
«la curva dell’epidemia influenzale si è elevata in maniera tale da far prevedere, se il trend si manterrà su questi livelli, il picco più alto degli ultimi 15 anni.
E potrebbe essere raggiunto prima di Natale perché i valori sono molto cresciuti»
I vaccini
Il modo migliore per prevenire l’infezione rimane il vaccino antinfluenzale, che non protegge però dai numerosi virus para-influenzali, responsabili delle numerosi sindromi da raffreddamento che si verificano durante l’inverno.
Riguardo ai tempi di immunizzazione, possono essere necessarie alcune settimane prima che la piena immunità da una vaccinazione antinfluenzale entri in vigore.
È bene infine ricordare che non abbiamo la stessa arma per il virus Rsv, per il quale l’Agenzia europea del farmaco Ema ha approvato i monoclonali, ma non c’è ancora semaforo verde dall’Aifa e quindi le risorse sono limitate.
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FONTE: ilsole24ore