Nel 2011 nasce la Filosofia omeosinergetica grazie a Pantaleo Giovanna
Omeosinergia Giovanna Pantaleo, al centro del concetto di ambiente vi è altro, il nostro simile e quindi tutto ciò che riguarda le relazioni.
Il “simile che cura il simile” di Hahnemann si applica al medicamento, come il secondo principio dell’Omeosinergia il “simile attira il simile” si applica alle relazioni.
La legge del simile è alla base della visione omeosinergetica e per permettere di dare valore all’aiuto che gli altri senza saperlo, ci danno.
L’altro è una presenza fondamentale, affinchè possiamo giungere a conoscerci e per questo l’esperienza può ritenersi perfetta, utile, necessaria.
È necessario riappropriarsi della capacità di riconoscersi grazie all’altro, che non deve considerarsi un diverso, un nemico, dal quale difendersi perché nuocerci: l’altro evidenzia il simile che è in noi.
Nell’altro ci affascinano le qualità che più amiamo e che spesso non riusciamo a far emergere dentro di noi, così come, allo stesso modo, odiamo e rifiutiamo nell’altro ciò che non vogliamo vedere dominante nella nostra personalità.
Se vediamo nell’altro un aiuto, piuttosto che un problema, la nostra esperienza sarà completamente diversa.
Nel primo caso si origina un processo di adeguatezza, di congruenza, e quindi di benessere; nel secondo caso si origina un’incongruenza (rispetto ad una legge di base della vita) e quindi il malessere.
La Filosofia omeosinergetica: omeosinergia Giovanna Pantaleo
fornisce, una modalità innovativa di decifrare i fenomeni che sottendono le relazioni e le esperienze vissute, semplicemente osservando se stessi intercalati nel contesto quotidiano.
Essendo la realtà quotidiana non modificabile (quantomeno nell’istante in cui si sta manifestando o si è già manifestata), è possibile offrire solo n punto di vista diverso nei suoi confronti.
La realtà quotidiana è sì oggettiva: esiste ed ha un proprio decorso che, anche se apparentemente illogico e ingiusto, ha un senso, necessario e fondamentale per conoscersi nell’interazione con l’esperienza.
La realtà esterna però ha anche il lato soggettivo, che si esprime per come noi la viviamo: ciò che ettichetta un’esperienza con una connotazione positiva od una negativa, non è tanto l’esperienza in sé ma come la si percepisce, la si introietta.
La Filosofia omeosinergetica-omeosinergia Giovanna Pantaleo
oltre a distaccarsi dalle metodiche che si appropinquano a voler modificare la realtà quotidiana (quindi l’esterno), non propone di cambiare nemmeno quelle modalità soggettive che ognuno di noi ha di vivere le esperienze (l’interno, le nostre modalità caratteriali-comportamentali).
Essa consiglia solo di cambiare le chiavi di lettura nei confronti dell’esperienza quotidiana attirata e di osservarsi per come ci si scopre di essere grazie all’esperienza medesima.
In tale contesto, gli atteggiamenti delle persone che si incontrano nelle varie esperienze sono delle ottime opportunità per conoscersi.
Fonte: libro LA BENATTIA E L’OMEOSINERGIA di Luigi Marcello Monsellato