13 settembre 2022 – Draghi furioso per l’emendamento che deroga al tetto di 240 mila euro per i dirigenti pubblici
Scaricabarile tra Tesoro e partiti: il premier Draghi non era stato informato e ora imporrà una norma soppressiva.
La modifica estende la deroga anche ai segretari generali della presidenza del Consiglio e dei ministeri.
Per il presidente del Consiglio è inconcepibile far passare nel silenzio generale un emendamento al decreto Aiuti bis, in fase di riconversione in Senato, che deroga al tetto dei 240 mila euro per i dirigenti pubblici.
La modifica è stata proposta dal senatore di Forza Italia Marco Perosino, ricandidato con il partito di Silvio Berlusconi.
Dal Mef ne è uscita una riformulazione che estende la deroga a capi dipartimento e segretari generali dei ministeri, compresi quelli della presidenza del Consiglio, cui verrebbe destinato un «trattamento economico accessorio» determinato «nel limite massimo delle disponibilità» di un fondo destinato.
Un atto che ha mandato su tutte le furie Draghi.
Per Draghi le ipotesi sono due.
- La prima: si fa un emendamento soppressivo al decreto Aiuti bis che giovedì si vota a Montecitorio. Ma questo ne complica l’approvazione, perché poi dovrebbe tornare in Senato e si allungherebbero i tempi.
- La seconda ipotesi, più praticabile: la norma che sopprime la deroga verrà inserita nel decreto Aiuti Ter che il governo dovrebbe approvare venerdì in Consiglio dei ministri.
A quel punto, bisognerà solo stare attenti in fase di riconversione che qualche altra manina non inserisca una modifica del genere.
Fonte: La Stampa