La Turchia vuole aderire ai Brics
Se ti piace l'articolo, condividilo

Ecco come la Turchia putineggia nei Brics

Come e perché la Turchia (membro Nato e candidato per l’ingresso UE) vuole aderire ai Brics. Fatti, reazioni e scenari.

Il portavoce del partito di governo turco Giustizia e Sviluppo (AKP) Omer Celik ha dichiarato che “è in corso il processo” di adesione di Ankara ai Brics.

La Turchia vuole aderire ai Brics

Le parole del portavoce

Sebbene Celik abbia chiarito che non sono stati fatti passi concreti verso l’adesione, la direzione sembra essere quella dato che – parola del portavoce –

“il nostro presidente ha dichiarato molte volte che vogliamo diventare un membro Brics”.

Erdogan, ha sottolineato Celik,

“ha chiaramente dichiarato che la Turchia vuole prendere parte a tutte le piattaforme importanti, inclusi i Brics”.

“Se ci sarà un concreto sviluppo – una decisione o valutazione da parte dei Brics sulla membership –  lo condivideremo con voi”

ha aggiunto il portavoce.

La conferma russa

Poche ore dopo l’annuncio turco arrivava invece da Mosca la conferma che Ankara aveva ufficialmente fatto richiesta di entrare nei Brics.

A riferirlo è stato Yuri Ushakov, consigliere di Putin per la politica estera, che ai reporter ha spiegato che la Turchia ha fatto domanda per una “piena membership”.

Le ultime di Erdogan

Il presidente turco era entrato nel merito della questione qualche giorno prima affermando, con parole riportate da France24, che

“la Turchia può diventare un Paese forte, prospero e rispettato se sviluppa simultaneamente relazioni con l’Oriente e l’Occidente”. 

Ed è ancora France 24 a ricordare che a giugno Erdogan aveva affermato di non vedere la membership a Brics come alternativa a quella di altri organismi internazionali, ribadendo che la Turchia resta ufficialmente un candidato a entrare nell’Ue.

La Turchia vuole aderire ai Brics
Le vere ragioni dell’interesse

L’ultima mossa turca ha ragioni che sono state chiarite anonimamente a Bloomberg da alcune persone al corrente del dossier.

La richiesta di aderire ai Brics nascerebbe anzitutto dalla duplice volontà di Erdogan e soci di consolidare l’influenza globale della Turchia e di forgiare nuovi legami al di fuori delle alleanze tradizionali.

“Il punto di vista dell’amministrazione del presidente Erdogan – scrive Bloomberg citando le sue fonti – è che il centro di gravità geopolitico si sta spostando lontano dalle economie sviluppate”.

Ma “l’aspirazione a coltivare legami con tutte le parti di un mondo multipolare”, assicurano le fonti, non andrà a detrimento degli obblighi turchi in seno alla Nato.

Eppure, rileva la testata economica, sono state proprio le critiche rivolte alla Turchia dagli altri membri Nato indispettiti dagli stretti legami mantenuti da Erdogan con Putin dopo l’invasione dell’Ucraina a spingere Erdogan sulla strada dei Brics, così come una sicura influenza sulla decisione l’hanno avuta le lungaggini del processo di adesione all’Ue.

Ma ci sono anche ragioni squisitamente economiche dietro alla scelta turca di abbracciare un blocco guidato da Pechino e Mosca in chiave chiaramente antioccidentale.

Come osserva ancora Bloomberg, Erdogan non ha mai nascosto che l’adesione ai Brics rappresenta una sorta di salvacondotto diplomatico per intascare due grandi ricompense: il rafforzamento della cooperazione economica con le stesse Russia e Cina e il progetto di trasformare il Paese in un hub del gas proveniente da Russia e Asia Centrale.

Erdogan è del resto lo stesso leader che sta cercando alacremente di attirare gli investimenti delle compagnie cinesi per fare della Turchia una piattaforma di lancio delle auto elettriche del Dragone verso cui Ankara può far valere gli accordi doganali con l’Ue.

L’ultima provocazione

Nello stesso discorso della settimana scorsa in cui ha affermato l’opportunità di sviluppare simultaneamente le relazioni con l’Oriente e l’Occidente, Erdogan ha fatto un ulteriore strappo alludendo sia pur vagamente ad un ingresso della Turchia in un altro forum internazionale sponsorizzato da Cina e Russia: l’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai.

L’Associated Press riporta quanto affermato da Erdogan:

“Non dobbiamo scegliere tra l’Ue e l’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai”.
“Al contrario, dobbiamo sviluppare relazioni con entrambe e con altre organizzazioni su una base win-win”.

Alludeva forse a questo il ministro degli Esteri Fidan quando qualche mese fa disse che la Turchia stava esplorando nuove opportunità di cooperazione con numerosi partner in differenti piattaforme?

FONTE: Startmag

Seguici sui nostri social

Telegram Sfero Odysee truthsocial
.
La Turchia vuole aderire ai Brics
Tag: