Sheikh Hasina si è dimessa
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Bangladesh: la premier Sheikh Hasina si dimette dopo la rivolta.
Il capo dell’esercito annuncia un governo ad interim

Il primo ministro del Bangladesh Sheikh Hasina si è dimessa dopo che migliaia di manifestanti avevano preso d’assalto la sua residenza nella capitale Dacca.
La premier aveva lasciato il palazzo in compagnia della sorella poco prima dell’ingresso dei manifestanti per raggiungere “un luogo sicuro”.
A seguito delle dimissioni di Hasina il capo dell’esercito del Bangladesh, il generale Waker-Uz-Zaman, ha annunciato, in un discorso alla nazione diffuso dalla tv di Stato, la formazione di un governo ad interim.
Nel frattempo i militari hanno deciso di revocare il coprifuoco indetto dal governo della premier deposta e di far riaprire domani le scuole e le università mentre il presidente Mohammed Shahabuddin ha deciso di liberare dal carcere l’ex primo ministro e leader dell’opposizione Khaleda Zia, nonché le persone arrestate durante le manifestazioni di questi giorni.

Sheikh Hasina si è dimessa
L’epilogo

A un mese dall’inizio delle sanguinose proteste studentesche nel Bangladesh, che hanno già provocato la morte di centinaia di persone, oggi c’è stata una repentina accelerazione e la leader del governo, la contestata Sheikh Hasina, ha lasciato in elicottero la sua residenza a Dacca, diretta in India.
Sheikh Hasina, 76 anni, è a capo del governo del Paese da 170 milioni di abitanti dal 2009 e l’ha sempre diretto con il pugno di ferro.

L’assalto arriva dopo un fine settimana di violenze e proteste che ha causato decine di morti.
L’esercito aveva risposto con un coprifuoco a tempo indeterminato e le autorità hanno sospeso ancora una volta la connessione internet mobile per cercare di arginare i disordini.

Ieri il responsabile Onu per i diritti umani ha chiesto al governo di porre fine alla violenza,

“rilasciare immediatamente coloro che sono detenuti arbitrariamente, ripristinare il pieno accesso a Internet e creare le condizioni per un dialogo significativo”.

Sheikh Hasina si è dimessa
I motivi della protesta

All’inizio, le proteste nascevano dalla richiesta pacifica degli studenti universitari per avere un maggiore accesso ai posti di lavoro nella pubblica amministrazione, finora in gran parte destinati ai veterani della guerra di indipendenza di oltre mezzo secolo fa.
Le dimostrazioni sono iniziate con l’indignazione degli studenti che cercavano di porre fine ad un sistema di assegnazione di posti pubblici e statali ritenuta discriminatoria.
Secondo una legge degli anni Settanta, infatti, il 30% degli impieghi pubblici sono assegnati ai reduci della guerra di Indipendenza dal Pakistan.

Circa 18 milioni di giovani, secondo le stime diffuse dalla BBC, sono senza lavoro e fra i laureati il tasso di disoccupazione è particolarmente elevato.
Ma dopo le prime fasi, il movimento si è allargato ad altre fasce sociale e a contestare l’intera attività del governo.
La prima ministra ha sempre rifiutato il dialogo, liquidando i promotori delle proteste come terroristi destabilizzatori, e il governo ha decretato un drastico coprifuoco.

A pochi giorni dall’inizio delle proteste, gli scontri con la polizia e gli attivisti pro-governativi sono degenerati in violenze che hanno causato più di 300 morti.
Ciò ha spinto i leader delle proteste e dell’opposizione a chiedere le dimissioni del primo ministro Sheikh Hasina.

Il governo sotto Sheikn Hasina

“Per tre elezioni consecutive, non c’è stato alcun processo elettorale credibile, libero ed equo”

ha detto alla BBC Meenakshi Ganguly, direttore per l’Asia meridionale di Human Rights Watch.

Il principale partito di opposizione, il Partito nazionalista del Bangladesh (BNP), ha boicottato le elezioni nel 2014 e nel 2024 affermando che elezioni libere ed eque non erano possibili sotto Hasina e che voleva che le elezioni si svolgessero sotto un’amministrazione provvisoria neutrale.
I gruppi per i diritti umani affermano inoltre che più di 80 persone, molte delle quali critiche al governo, sono scomparse negli ultimi 15 anni e che le loro famiglie non hanno informazioni su dove si trovino.
Le proteste studentesche sono probabilmente la sfida più grande che Hasina ha dovuto affrontare da quando ha ripreso il potere nel 2009, tanto da spingerla alla fuga.

FONTE: Il Fatto Quotidiano
FONTE: Agi

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