Giorgia Meloni a Pechino
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Meloni in Cina: l’asse tra Pechino e Italia vale 67 miliardi, ma lo squilibrio è forte.
Ecco il nuovo Piano d’azione

Prende il via la seconda giornata della visita della presidente Giorgia Meloni a Pechino, la prima del suo mandato e dall’uscita dell’Italia dalla Nuova via della Seta definito lo scorso dicembre.
La premier è stata ricevuta lunedì dal presidente cinese, Xi Jinping, nella residenza di Stato Diaoyutai, per tracciare la futura traiettoria di sviluppo delle relazioni bilaterali.
Da Palazzo Chigi, fanno sapere che i due leader

«hanno condiviso il positivo sviluppo delle relazioni fra Italia e Cina nel contesto del ventennale del partenariato strategico globale, ponendo l’accento sull’importanza di una cooperazione equilibrata, mutualmente vantaggiosa e basata sulla reciproca fiducia».

Italia-Cina: interscambio di 67 miliardi ma c’è forte squilibrio

Tra i temi più rilevanti sul tavolo c’è, ovviamente, la questione del commercio e dei dazi soprattutto sul comparto automotive imposti dall’Unione Europea, ma si fanno spazio anche argomenti riguardanti industria, istruzione, ambiente e sicurezza.

I due leader hanno poi affrontato i temi prioritari dell’agenda internazionale, dalla guerra in Ucraina ai rischi di un ulteriore aggravamento della situazione in Medio Oriente.
Hanno inoltre discusso delle crescenti tensioni nell’Indo-Pacifico, delle grandi questioni della governance globale di comune interesse, dall’intelligenza artificiale alla lotta contro il cambiamento climatico, al processo di riforma del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

L’interscambio tra la Penisola e l’economia del Dragone nel 2023 si è attestato a circa 67 miliardi di euro

«con un ampio potenziale ancora inespresso»

ha detto in mattinata Giorgia Meloni.
Stando ai dati dell’Osservatorio Economico del ministero degli Esteri, mentre l’export italiano verso la Cina è cresciuto di quasi il 17% a 19 milioni, l’import da Pechino è crollato del 19% a 46,8 milioni rispetto ai quasi 58 milioni del 2022.
Guardando a primi quattro mesi del 2024, l’export italiano verso la Cina è diminuito notevolmente rispetto allo stesso periodo 2023 (-38%) scendendo da quota 8,3 milioni a 5,1 milioni.
A diminuire è anche l’import italiano da Pechino che tra gennaio e aprile 2024 è sceso a 15,38 milioni (-4% rispetto ai primi quattro mesi dello scorso anno).

Giorgia Meloni a Pechino

“Non possiamo ovviamente nascondere il forte squilibrio, nelle relazioni commerciali con la Cina, con un importante deficit per l’Italia, che il governo punta a orientare verso un progressivo bilanciamento lavorando di concerto con le autorità cinesi.”

L’unica «vera collaborazione di lungo periodo», secondo la premier italiana, si fonda infatti su scambi «leali, trasparenti e reciprocamente vantaggiosi».

Meloni ha sottolineato:

«Sono convinta che il dialogo sul miglioramento delle condizioni d’accesso al mercato cinese e la tutela dei diritti di proprietà intellettuale possa produrre effetti ben più benefici di quelli che possiamo immaginare»

Una priorità del governo è quella di salvaguardare le eccellenze italiane nei mercati esteri:

«Rafforzare la cooperazione economica significa promuovere anche gli investimenti diretti in entrata e in uscita, trasparenti e sostenibili, che garantiscano ricadute positive in termini di posti di lavoro, di qualità e sviluppo dei luoghi che li ricevono».

I possibili sviluppi del rapporto con Pechino

In generale i rapporti tra l’Italia, più in generale l’Ue, e la Cina hanno vissuto degli alti e bassi negli ultimi anni e, di recente, si sono surriscaldati soprattutto a causa delle questioni relative ai dazi commerciali.
Settori come la chimica, il tessile e le apparecchiature meccaniche sono quelli su cui la Penisola è più forte ma anche quelli che spingono il deficit commerciale tra i due paesi.
Secondo l’analisi dell’Ispi, la potenza manifatturiera della Cina riflette un importante squilibrio in ognuno di questi tre settori.
Quanto all’auto, nel 2023 l’import italiano dalla Cina è cresciuto ancora, mentre l’export è sceso al livello più basso degli ultimi tre anni.

In questo quadro, secondo la premier Meloni è necessaria

una «collaborazione costruttiva e molto trasparente», unita al «rispetto dei principi di reciprocità e di parità di condizione».

Sarà importante adottare, nelle relazioni commerciali, decisioni che

«non ci danneggino l’un l’altro»

e che seguano alcuni principi di base, tra cui la facilitazione di una crescita del settore privato al riparo dei «sostegni a volte distorsivi della concorrenza».
Al primo posto l’esigenza della proporzionalità,

«per far sì che gli strumenti della sicurezza economica non producano una compressione involontaria della libertà economica e commerciale, anche internazionale».

Stando alle parole della premier italiana, la Penisola sarebbe dunque pronta a collaborare, ma è

«fondamentale che i partner si dimostrino genuinamente cooperativi e che giochino secondo le regole».

Giorgia Meloni a Pechino
Il Piano d’azione al 2027

Con la nuova visita di Meloni si potrebbe forse aprire una nuova fase della partnership tra i due Paesi.
Nel primo incontro con il primo ministro Li Qiang, Meloni ha portato avanti la promozione di

«uno sviluppo equilibrato e sostenibile del commercio bilaterale e degli investimenti reciproci», del «rafforzamento della collaborazione scientifica e culturale» nonché dell’esigenza di «garantire un dialogo costruttivo in tutti i settori di comune interesse».

Li e Meloni hanno, inoltre, affrontato la gestione delle grandi sfide globali, dall’intelligenza artificiale al cambiamento climatico, «concordando sulla necessità di definire soluzioni comuni e condivise», precisa la nota.

In occasione dell’incontro, è stato adottato un Piano d’azione per il rafforzamento del partenariato strategico globale (2024-2027) e sono state sottoscritte sei intese relative alla collaborazione industriale, alla tutela delle indicazioni geografiche, alla sicurezza alimentare, all’ambiente e all’istruzione.
Gli accordi prevedono, ad esempio, uno scambio tra fra Mimit e ministero dell’Industria della Repubblica Popolare Cinese per una maggiore condivisione di informazioni sulle rispettive politiche, regolamenti e standard tecnici e reciproco sostegno alle aziende, o ancora una collaborazione tra il ministero della Salute e Amministrazione statale cinese per la regolamentazione del mercato, lo scambio di informazioni per migliorare la sicurezza delle catene alimentari.
Nel testo del Piano anche la collaborazione sulla formazione per l’ampliamento dei piani di mobilità e l’intesa per la cooperazione in ambito di cambiamento climatico e dell’inquinamento.

FONTE: MilanoFinanaza

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