Con Le Pen e Salvini i Patrioti per l’Europa scavalcano i conservatori di Ecr
Il gruppo nazionalista “Patrioti per l’Europa” è stato ufficialmente costituito al Parlamento europeo: con 84 eurodeputati è il terzo gruppo più numeroso dell’emiciclo
L’alleanza lanciata dal primo ministro ungherese Victor Orban insieme ai leader dei partiti nazionalisti di Cechia e Austria si è allargata molto rapidamente, decretando la fine del gruppo Identità e democrazia, che in pochi giorni ha visto passare quasi tutti i suoi partiti al nuovo gruppo.
Molti avevano annunciato la loro adesione nella settimana precedente all’otto luglio, giorno della costituzione ufficiale in Parlamento che ha visto unirsi anche il Rassemblement national francese e la Lega, i due partiti principali dell’ormai scomparso Id.
Con 84 membri, i Patrioti per l’Europa superano sia i Conservatori e riformisti europei, che ne hanno 78, sia i liberali di Renew Europe, che contano 76 deputati.
Raggiunto quindi l’obiettivo iniziale di Orbán di diventare la terza forza del Parlamento europeo.
Patrioti per l’Europa
Quali partiti hanno aderito
La delegazione più numerosa all’interno dei Patrioti sarà proprio quella del Rassemblement national, con 30 eurodeputati. Seguono Fidesz di Orbán con 10, la Lega di Matteo Salvini con 8 e il partito Ano di Andrej Babiš, l’ex primo ministro ceco, con 7.
Del gruppo fanno parte anche il Partito della Libertà austriaco Fpö (6 eurodeputati), lo spagnolo Vox (6) e l’olandese Pvv (6), ilpartito separatista fiammingo del Belgio Vlaams Belang (3), il portoghese Chega! (2), Giuramento e Automobilisti della Repubblica Ceca, (2) Partito popolare danese (1), Voce della Ragione per la Grecia (1), Lettonia First (1), Partito popolare cristiano-democratico ungherese (1).
Il sorpasso dei Patrioti per l’Europa nei confronti di Ecr
Il sorpasso in termini numerici del gruppo dei patrioti è avvenuto a discapito dei conservatori dell’Ecr presieduti da Giorgia Meloni, anche grazie al passaggio dei sei europarlamentari di Vox, attestando l’Ecr a 78 europarlamentari.
Il grande salto da Ecr l’hanno fatto gli spagnoli di Vox (6), il partito di Santiago Abascal, che non perde occasione per ribadire il rapporto strettissimo con FdI di Meloni, la separazione è stata vissuta dalla premier italiana come un tradimento.
Abascal ancora ha dichiarato:
«Condivideremo il gruppo» al Parlamento europeo con la Lega di Matteo Salvini, però «il nostro alleato politico in Italia è Fratelli d’Italia, è sempre stato così e continuerà a essere così».
Il presidente del Rn Jordan Bardella sarà anche presidente del gruppo, e sarà coadiuvato da sei vice-presidenti, fra i quali il leghista Roberto Vannacci.
Punti in comune e differenza tra i conservatori e i sovranisti
Nonostante alcuni punti in comune tra i conservatori e i sovranisti ci sono però anche differenze in particolare su due temi cruciali:
la politica estera e la collocazione europea.
In politica estera l’Ecr è un gruppo saldamente atlantista (non a caso fu fondato dai Tories inglesi) ed è stata una delle motivazioni che ha portato i polacchi del Pis a rimanere con i conservatori mentre il gruppo dei Patrioti si caratterizza per posizioni più eterogenee.
In termini di collocamento politico invece, se i sovranisti escludono qualsiasi dialogo con l’attuale maggioranza europea, l’Ecr – pur mantenendo ben saldi i propri valori – è aperto a un dialogo con i popolari.
Ciò vale in particolare per la delegazione di Fratelli d’Italia e per Giorgia Meloni che, in vista della plenaria del 18 luglio in cui si voterà a scrutinio segreto la candidatura di Ursula von der Leyen a presidente della Commissione Ue, sta trattando per ottenere un commissario di peso per l’Italia e la vicepresidenza esecutiva.
A quanto si apprende da fonti di FdI la nascita di un nuovo gruppo non cambia più di tanto gli equilibri europei rimanendo due forze alla destra di Ppe come nella scorsa legislatura.
L’Ecr, è il ragionamento, dialogherà sui temi sia con il Ppe sia con i patrioti con l’obiettivo di creare una forte destra di governo alleabile e credibile.
Patrioti per l’Europa
Contro immigrazione, Green Deal e integrazione europea
I Patrioti porteranno avanti le battaglie identitarie della destra sovranista, come hanno fatto capire nella conferenza stampa di presentazione del gruppo i suoi vice-presidenti: linea dura sull’immigrazione, critica ai provvedimenti del Green Deal e difesa dei poteri degli Stati membri, compreso il diritto di veto.
L’ungherese Kinga Gál, desginata come prima vice-presidente del gruppo, ha affermato:
“Il nostro nuovo gruppo lavorerà per preservare le radici giudaico-cristiane dell’Europa.
Ci impegniamo per la massima protezione delle frontiere esterne dell’Europa.
Diciamo no all’immigrazione irregolare e lavoreremo per un’Europa forte e competitiva”,
Qualche contrasto potrebbe sorgere sulla guerra in Ucraina: alcune delegazioni sono contrarie all’invio di aiuti militari al Paese (Fidesz, Fpö), altre favorevoli (Vox, Pvv), altre ancora, come la Lega, mantengono sul tema un atteggiamento piuttosto ambiguo.
Tanto che la domanda sull’argomento, in conferenza stampa, ha suscitato qualche secondo di esitazione.
Alla fine ha preso la parola l’olandese Sebastiaan Stöteler:
“Noi come delegazione olandese continueremo a sostenere l’Ucraina finché ci sarà la guerra. Le altre delegazioni possono farlo o meno, ma come gruppo cercheremo la pace”.
Ma la loro influenza sulle politiche europee potrebbe essere limitata dalla strategia del “cordone sanitario” già usata nei confronti di Id: un accordo fra gli altri gruppi per escludere la destra radicale dalla ripartizione degli incarichi rilevanti all’Eurocamera
Paolo Borchia, capodelegazione della Lega, invita tuttavia a “ribaltare l’approccio” al cordone sanitario. “Se sommiamo i Patrioti ai Conservatori, otterremo un numero molto vicino, se non superiore, addirittura a quello del Partito Popolare europeo”.
FONTE: EuroNews
FONTE: Il Giornale