Meta blocca i piani per l’uso di dati social degli utenti europei nell’addestramento IA
Meta: in discussione la legittimità degli “interessi legittimi”
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Sono stati presentati undici reclami in undici Paesi dell’Unione europea (inclusa l’Italia).
La Ong Noyb (acronimo di ‘None of your business’, in italiano, ‘non sono affari tuo’) – organizzazione non governativa a difesa della privacy – accusa Meta, la holding di Facebook e Instagram, di utilizzare i dati personali dei propri utenti per addestrare i suoi modelli di intelligenza artificiale in modo illecito, senza consenso, in violazione delle norme della privacy dell’Ue. (La Repubblica)
Con una mossa inaspettata, Meta ha deciso di interrompere le operazioni per utilizzare i dati degli utenti europei di Facebook e Instagram per addestrare la sua intelligenza artificiale.
Questa decisione sembra arrivare come diretta conseguenza delle critiche e delle pressioni esercitate dagli enti per la tutela dei consumatori e della privacy nell’Unione Europea e nello Spazio Economico Europeo (SEE).
La controversia ha preso piede quando la Commissione irlandese per la protezione dei dati (DPC) e il Centro Europeo per i Diritti Digitali (Noyb) hanno messo in discussione la legittimità degli “interessi legittimi” invocati da Meta per il trattamento di tali dati. Inizialmente, la DPC aveva approvato i piani di Meta, ma ha dovuto rapidamente fare marcia indietro dopo le numerose critiche.
Meta aveva progettato di implementare nuove funzionalità di intelligenza artificiale nell’UE, promettendo vantaggi come adesivi personalizzati per chat e storie e un assistente virtuale avanzato e giustificando come l’utilizzo dei dati si rendesse necessario per riflettere e interpretare “le diverse culture e lingue delle comunità europee che utilizzeranno questi servizi“.
Tuttavia, il metodo proposto per il trattamento dei dati ha sollevato preoccupazioni significative riguardo alla conformità con il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR).
In particolare, le critiche si sono concentrate sul tentativo di Meta di evitare la richiesta di consenso esplicito degli utenti, optando invece per un sistema di opt-out che sarebbe stato attivo solo fino al 26 giugno.
Tale approccio è stato visto come un tentativo di utilizzare “modelli oscuri” per raccogliere il maggior numero possibile di dati prima dell’entrata in vigore della restrizione.
FONTE: AdnKronos
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