Ferri e uncinetto all’Università Bicocca di Milano: il knitting diventa un laboratorio
Alcuni studenti dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca hanno creato un laboratorio di lavoro a maglia e di uncinetto.
Lo scopo è sferruzzare in compagnia e condividere una passione che li accomuna, anche tra i banchi.
L’idea del lavoro a maglia ti rimanda subito alle nonne che sferruzzano accanto alla finestra?
Beh, devi sapere che non è solo uno dei passatempi preferiti dalle generazioni più grandi ma anche una passione che alcuni giovani stanno iniziando a coltivare.
Un esempio arriva da un gruppo di studenti dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca che ha inaugurato un laboratorio di lavoro a maglia e uncinetto aperto a tutti, anche ai meno esperti.
“L’idea di creare il laboratorio è nata dall’esigenza di avere uno spazio nel quale trovarsi in compagnia a portare avanti i nostri lavori individuali o, perché no, collettivi – ha spiegato a BNews Giulia, una delle studentesse che si occupa del progetto – Da lì abbiamo pensato che potesse essere interessante trasmettere questa passione che ci accomuna, creando questo laboratorio che si basa sulla collettivizzazione delle conoscenze in un ambiente sicuro e conviviale“
Nessuna competizione, solo gioia nel trascorrere del tempo insieme cogliendo, magari, l’occasione per fare nuove amicizie.
Il motto del laboratorio della Bicocca è, infatti, “No merito, solo condivisione e good vibes”.
Ma se stai pensando che il lavoro a maglia sia una mera attività fisica, ti sbagli.
Si tratta di un modo per stare insieme e condividere un progetto, ma anche per rilassarsi e smorzare quella tensione che si potrebbe accumulare negli studenti tra i banchi d’università.
Per il nostro cervello il knitting ha gli stessi benefici della meditazione.
Uno studio aveva dimostrato che il knitting influisce positivamente sull’attenzione e migliora la concentrazione e l’orientamento.
Ricerche precedenti, invece, avevano dimostrato che il knitting fosse percepito come mezzo per fronteggiare dolore cronico e depressione perché distrae dalle preoccupazioni e migliora il tono dell’umore.
Fonte: ohga
Lavorare ai ferri o all’uncinetto dona al cervello umano gli stessi benefici della meditazione, aumenta la concentrazione, l’attenzione e abbassa i livelli di ansia.
Per chi sta seguendo percorsi di cura, il knitting serve anche per migliorare il tono dell’umore e percepire meno dolore.
Ti piace lavorare a maglia o saresti curioso di imparare? Ora hai un motivo in più per farlo perché fa bene al cervello.
A dirlo non è solo la saggezza popolare ma anche uno studio commissionato da Gomitolorosa alla Fondazione Ircss Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano che ha dimostrato scientificamente i benefici del knitting sui livelli di attenzione e la concentrazione.
L’esperimento è stato condotto grazie alla Magneto-Encefalo-Grafia (MEG) che ha registrato l’attività magnetica ed elettrica della corteccia cerebrale di 40 volontarie e volontari esperti di knitting d’età compresa tra i 27 ed i 63 anni, prima e dopo una sessione di lavoro a maglia di 20 minuti.
Confrontando i risultati del gruppo di volontari che lavoravano a maglia con quelli di chi non lo praticava abitualmente, i ricercatori hanno concluso che il knitting influisce positivamente sull’attenzione e migliora l’allerta e l’orientamento.
Per chi lavora a maglia con una certa assiduità, anche una breve sessione aumenta l’attenzione fin da subito e dura per i 15-20 minuti che seguono la fine del lavoro.
Lavorare a maglia, quindi, produce al cervello effetti sovrapponibili a quelli propri della meditazione, riduzione dello stress, controllo dell’ansia e benefici generali sulla salute emotiva, ma con una differenza.
Mentre la meditazione impone un controllo attentivo e regolatorio, l’uncinetto richiede movimenti coordinati delle dita e attenzione rapida ai dettagli.
Entrambe le attività stimolano la concentrazione sia durante sia nel lasso di tempo immediatamente successivo.
Ma non è tutto. Ricerche precedenti avevano dimostrato come col knitting fosse percepito come mezzo per fronteggiare dolore cronico e depressione perché distrae dalle preoccupazioni e migliora il tono dell’umore.
L’incremento di attenzione unito alla diminuzione dell’ansia è importante anche per chi sta seguendo un percorso di cura perché così il paziente riesce a comprendere meglio la propria malattia, le terapie e gli effetti sul proprio corpo.
Questi effetti sono già stati studiati in psico-oncologia e il fenomeno ha preso il nome di “patient empowerment“, il potenziamento mentale del paziente che accresce la sua soddisfazione generale.
Se stai pensando che il lavoro ai ferri o all’uncinetto è tradizionalmente associato alle attività femminili, pare che persino Albert Einstein lo facesse tra un progetto e l’altro per “calmare la mente e chiarirsi le idee”.
Fonte: ohga
Inter
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