L’Intuizione è una risorsa interiore.
Tutti la possediamo.
È un dono che ci ha fatto la vita e che dovremmo imparare a padroneggiare meglio.
C’è l’istinto, che è una conoscenza legata alla sopravvivenza e che abbiamo in comune con gli animali.
C’è la razionalità, che è una conoscenza legata al pensiero, all’intelletto e a tutto ciò che abbiamo acquisito con l’esperienza.
E c’è l’intuizione: spontanea, improvvisa, diretta, schietta, che proviene da un piano di consapevolezza più alto capace di accedere ad informazioni sconosciute alla mente razionale.
Sarà capitato a tutti di trovarsi di fronte ad un bivio, ad un punto critico nei confronti del quale non sapere bene come districarsi.
Di trascorrere giorni interi a pensare e ripensare ad una soluzione, vagliando una ad una tutte le alternative possibili ma senza approdare a nulla, e poi, nel momento in cui si abbandona ogni disperato tentativo di comprendere le cose, quando si lasciano alle spalle le elucubrazioni mentali e la mania di controllo, ecco che le intuizioni, le risposte, le idee geniali, le soluzioni si affacciano improvvisamente alla nostra consapevolezza.
Come fulmini a ciel sereno. Come lampi di coscienza interiore. Come tante luci che si accendono e illuminano la visione.
Facendoci capire tutto in un istante.
“A volte – diceva Paul Watzlawich -, per vedere la soluzione di un problema occorre soltanto uscire dagli schemi mentali che si sono usati per cercare di risolverlo”
Le intuizioni sono un vero e proprio meccanismo di risposta a quanto sperimentiamo e viviamo.
Sono un meccanismo di guida.
Una bussola interiore.
I bambini manifestano di continuo intuizioni, perché il loro bagaglio di esperienze pregresse è limitato e, se ci trovassimo in un’isola deserta, in un ambiente completamente sconosciuto, il processo intuitivo si attiverebbe subito anche in noi adulti.
Come accade in situazioni di emergenza, quando bisogna decidere in fretta cosa fare, senza avere il tempo di ragionare.
Le intuizioni arrivano non dall’intelletto.
Non dal pensiero.
Giungono da un livello di coscienza più sensibile e profondo che risiede oltre i confini della mente e che, al momento opportuno, scivola magicamente dall’alto verso il basso.
Dal piano spirituale, dell’Anima, al piano razionale, della nostra personalità.
Federico Faggin autore del libro “Irriducibile. La coscienza, la vita, i computer e la nostra natura” dice: “Come nel nucleo di ogni nostra cellula è contenuta l’informazione dell’intero genoma dell’uovo fecondato, che ha dato origine a tutto il nostro corpo, così in ognuno di noi è racchiusa l’intera conoscenza del Tutto, di cui il nostro Ego è solo una piccola parte”. –
Per il nostro Sé superiore, la parte più alta e nobile di noi stessi, non vi sarebbe nulla di sconosciuto.
Ad avere una visione limitata della realtà è’ la mente razionale, che gestisce soltanto le informazioni che ha immagazzinato con l’esperienza.
Tale mente, per quanto si ingegni e si sforzi, non riuscirà mai ad avere una visione d’insieme.
E’ come un personaggio all’interno di un quadro, non può vedere l’intero quadro e, dalla sua posizione, potrebbe giudicare una certa esperienza negativa quando, una visione più ampia, rivelerebbe che senza quell’esperienza non si sarebbe mai verificato un altro fatto che, invece, è altamente positivo.
Intuizione
Possiamo quindi dire che chi vive la propria vita fidandosi esclusivamente della mente, e dei suoi ragionamenti logico deduttivi, è come se si concentrasse sempre e solo su una parte.
Mai sul Tutto.
E’ come il personaggio all’interno del quadro.
L’Anima, invece, la conoscenza spirituale, non razionale, possiede la visione d’insieme ed è in grado di compiere le scelte più azzeccate ed in linea con ciò che siamo veramente.
Intuizione
Ma l’intuito si può allenare?
Quali sono le modalità per arrivare ad avere questo tipo di esperienza?
Esistono delle tecniche?
Non ci sono guru o maestri.
Ognuno è libero di utilizzare il proprio metodo.
Tuttavia, avere intuizioni spontanee e “sentire” se qualcosa fa o meno per noi, non è un obiettivo irraggiungibile.
Lo si può ricercare, lo si può volere, lo si può sviluppare.
Abbiamo visto che quando vogliamo capire di più una situazione che apparentemente ci sfugge, quando vogliamo conoscere di più noi stessi o decidere quale direzione prendere rispetto ad un lavoro o una persona, non dobbiamo affidarci soltanto agli abituali schemi logico-razionali.
Tantomeno fare un uso eccessivo del pensiero, perché anche i pensieri possono essere impregnati di pregiudizi o essere frutto di indottrinamento da parte della società in cui viviamo.
Al contrario, dovremmo provare a rivolgere l’attenzione al nostro “Sè superiore”.
Al “Tutto”.
E metterci in una posizione di autentico ascolto.
Di noi stessi e dell’Universo.
Provare per esempio a dire “Spiegami! Tu che sei più vasto e il mio Ego è soltanto una piccola parte; spiegamelo, dai! Io sono qua e ti ascolto” – dice F. Faggin.
Questo semplice esercizio di fantasia, utilizzabile da chiunque e senza alcuna controindicazione, farebbe espandere la nostra funzione immaginativa e intuitiva, facendo scaturire spontaneamente delle soluzioni reali e possibili che prima non si erano viste o non si erano prese in considerazione, proprio per la rigidità dello schema mentale con cui il tema era stato affrontato e riaffrontato senza successo.
Ovviamente, tale processo non è sempre immediato.
Intuizione
Le intuizioni potrebbero fare capolino nei giorni successivi, seguendo i tempi di un percorso creativo e, sostanzialmente, di crescita interiore che non corrisponde necessariamente ai tempi “a comando” della volontà razionale ma, quando i nostri tempi naturali saranno maturi, la cosa giusta da fare troverà un modo per arrivare a noi.
Potrebbe essere una voce interiore che dice “di là” oppure “di qua”. “Vai avanti” oppure “fermati”.
Oppure potrebbe manifestarsi attraverso immagini, sogni, simboli, sincronicità, sensazioni o, più semplicemente, degli stati d’animo che indicano chiaramente una via da seguire.
Una scelta.
Qualcosa che ha il sapore dell’illuminazione.
Quando ci si mette davvero in ascolto – dice il filosofo e alchimista Andrea Zurlini- bisogna però essere pronti a prendere tutto quello che arriva, senza giudicare.
Accettare anche le “verità scomode” che magari ci scuotono o ci mettono a disagio, proprio perché bypassano le difese e le censure che normalmente accompagnano il pensiero razionale.
Saper accogliere quello che viene, quindi, senza mai giudicare perché il giudizio è soltanto dell’Ego, che non ha la visione d’insieme essendo molto legato alla personalità e alla ricerca ambiziosa di sé.
L’intuito, invece, cerca sempre di aiutarci.
Segue logiche legate a un benessere superiore, all’evoluzione e, quando non gli diamo ascolto, la vita puntualmente ci insegna che avremmo invece dovuto fidarci di noi.
Antonella Grassi
Psicologa
Fonte: quadernidippocrate