“I MEDIA FACCIANO ACCETTARE LE DECISIONI”
Un po’ come il drone che ti rincorre sulla spiaggia. Un po’ come il vicino che fa la spia quando esci a fare jogging. Il nuovo Piano nazionale di comunicazione del rischio pandemico 2023-2028 è un inno a George Orwell, o meglio, alle peggiori paure di George Orwell. Presentato nella conferenza Stato Regioni in settimana, il documento detta le linee su come dovrà essere la comunicazione circa virus e vaccini. Tra i punti salienti della bozza (confermata, dunque non più tale) due frasi: “Sviluppare strumenti efficaci per identificare tempestivamente la cattiva informazione”, che sarebbe quella sgradita a loro, e “la comunicazione ha, inoltre, il non facile compito di aiutare la popolazione ad accettare la natura imperfetta delle decisioni assunte in situazione di emergenza”.
E tanti saluti al quarto potere cane da guardia della democrazia. Proprio così: le notizie non allineate andranno “intercettate”, anche se riferite a studi scientifici. Questo per soddisfare l’esigenza espressa anche dalla Commissione Europea, che parla di “disinformazione sui vaccini” come “minaccia mondiale”. Insomma, la linea non è quella della trasparenza, ma della promozione senza se e senza ma: zitti e buoni. Nessun passo indietro neppure sulla comunicazione pandemica, che come si ricorderà non brillava per trasparenza (si riveda “la certezza di trovarsi tra persone che non sono contagiose” e molte altre voci); si ha pure il coraggio di affermare che “durante l’esperienza del Covid 19 si è delineata una strategia di comunicazione dell’Oms incentrata sulla condivisione delle informazioni, riconoscimento dell’incertezza, mantenimento della fiducia, attraverso la trasparenza”. Ecco come ISS e Aifa gestiranno ancora la comunicazione in un futuro sempre più tetro. Cosa? Non sei d’accordo? In tal caso speriamo che un giorno ti redimerai per “tornare nella società”.
Fonte: Radio Radio TV