Marchio di certificazione qualitativo o insidia per i consumatori Parte seconda
Continuiamo il servizio di approfondimento del marchio della “ Rana”.
Iniziando con il segnalare a tutti i lettori ,che alcuni grandi distributori iniziano a camuffare il marchio , in quanto troppo riconoscibile.
Tra i vari distributori abbiamo Amazon.
Alterna il nuovo logo con la nuova dicitura “Climate Pledg Friendly “ quindi invitiamo tutti a prestare particolare attenzione a questa nuova dicitura
Fonte: Rainforest aliance
Alla sezione dedicata del link in oggetto, troviamo una descrizione che oggettivamente mette in allarme anche i più scettici, quindi viene da chiedersi spontaneamente una semplice domanda:
Per quale motivo in un marchio, che attesterebbe la qualità di un prodotto, troviamo termini che ricordano “ Climate” o ancora meglio il ben noto termine” Covid “ ?
Riporto un breve estratto della pagina:
“Sulla scia del COVID-19, i consumatori si sono rivolti sempre più alla vendita al dettaglio online.
Sebbene il sigillo Rainforest Alliance Certified sia progettato per attirare l’attenzione dell’acquirente sullo scaffale di un negozio, questa maggiore visibilità aiuta gli impegni di approvvigionamento sostenibile di un’azienda a risaltare nell’affollato spazio dell’e-commerce.
Significa anche che se la tua azienda utilizza già l’etichettatura Rainforest Alliance o UTZ, i tuoi prodotti ora saranno più facilmente reperibili su Amazon.com.
Dal 28 ottobre il programma è disponibile anche in Europa.
Verrà lanciato con oltre 40.000 prodotti Climate Pledge Friendly in Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito.”
Oggettivante troppi termini, divenuti di largo uso comune in questi anni, sono contenuti in poche righe e non credendo alle coincidenze è normale quel senso di diffidenza per un logo di una Fondazione senza scopo di lucro.
Sempre oggettivamente, risulta al quanto sospetto il riferimento alla ” agenda 2030”, citata nella prima parte, come dire due indizi costituiscono una prova.
Sostenibilità:
A prescindere che una certificazione di qualità che garantisce, sulla carta, ai lavoratori ed i coltivatori un adeguato compenso , che a loro volta rispettano determinati metodi produttivi privi di pesticidi vietati in tutto il suolo Europeo, non si spiega come sia possibile che in Europa sempre più coltivatori sono al limite della sopravvivenza finanziaria.
Basterebbe solo questo per fare riflettere e spingere tutti i consumatori a ridimensionare gli acquisti della grande distribuzione, per sostenere i piccoli produttori locali a chilometro zero.
Aziende della distribuzione Italiana che espongono il logo “Rainforest Aliance”
Fonte : Rainforest Alliance
Sempre dalla homepage della “rana” troviamo 38 pagine di prodotti disponibili a scaffale della grande distribuzione.
Alcuni noti altri meno, in base alle catene di distribuzioni ed ai paesi diversi dell’unione europea .
Invitiamo tutti i lettori a prende visione e memorizzare i prodotti da scegliere per il carello della spesa.
Questo per sostenere le economie territoriali Nazionali e meno europee.
Per tutelarsi al fine preventivo fino a quando non verrà fatta chiarezza sull’ eventuale presenza di prodotti chimici , quali pesticidi vietati sul suolo europeo.
Se venissero confermate in futuro le voci di contaminanti quali erbicidi proibiti (atrazina) o altri interferenti endocrini sarà nostra cura informare il lettori , da quanto si apprende in rete e non confermato da analisi di laboratorio questo rappresenterebbe un pericolo per i consumatori .
Per dovere di cronaca segnaliamo che il link di esempio è stato smentito da “Open “ noto sito che tutti abbiamo imparato a conoscere in questi tre anni.
Ci occuperemo nelle prossime pubblicazioni di ulteriori sviluppi ed approfondimenti delle notizie , quali gli effetti avversi noti dei pesticidi e degli interferenti endocrini.
questo è il link all’ articolo precedente : Rainforest Aliance: Marchio di certificazione qualitativo o insidia per i consumatori
To be continued …
