JPMorgan chiude un accordo
con le vittime di Epstein
JPMorgan Chase ha raggiunto un accordo in una causa collettiva con le vittime del finanziere Jeffrey Epstein.
Una intesa che, riporta il New York Times, varrebbe 290 milioni di dollari.
Epstein è stato arrestato nel 2019 con accuse federali che lo accusavano di aver pagato centinaia di dollari in contanti a ragazze minorenni per massaggi e di averle poi molestate nelle sue case in Florida e a New York.
È stato trovato morto in carcere il 10 agosto dello stesso anno, all’età di 66 anni.
Il medico legale ha dichiarato la morte un suicidio.
La causa depositata a novembre presso il tribunale federale di Manhattan mirava a ritenere la JPMorgan finanziariamente responsabile per i decenni di abusi di Epstein su adolescenti e giovani donne.
Una causa correlata è stata presentata nelle Isole Vergini americane.
I termini dell’accordo non sono stati resi noti.
La banca ha dichiarato in un comunicato:
“Le parti ritengono che questo accordo sia nell’interesse di tutte le parti, in particolare dei sopravvissuti che sono stati vittime dei terribili abusi di Epstein”
Il contenzioso tra le Isole Vergini americane e JPMorgan Chase è ancora in corso,
così come le rivendicazioni di JPMorgan Chase nei confronti dell’ex dirigente Jes Staley.
Secondo le cause, JPMorgan ha concesso prestiti a Epstein e gli ha permesso regolarmente di prelevare grandi somme di denaro dal 1998 all’agosto 2013, pur essendo a conoscenza delle sue pratiche di traffico sessuale.
La banca ha negato le accuse e ha citato in giudizio Staley, affermando che ha nascosto i crimini di Epstein per tenerlo come cliente.
L’amministratore delegato di JPMorgan Jamie Dimon ha testimoniato di non aver mai sentito parlare di Epstein e dei suoi crimini fino a quando il finanziere non è stato arrestato nel 2019.
FONTE: La Repubblica