A furia di obblighi
crolla la fiducia nei vaccini
Fiducia nei vaccini in calo
Secondo l’Unicef, durante gli anni della pandemia sempre più persone sono diventate diffidenti verso la vaccinazione ai bambini.
Il vaccino durante gli anni di pandemia da Covid-19 è stato considerato da molti Stati come l’unica arma per combattere il virus, tanto da essere imposto con obblighi e coercizioni come il Green pass.
Fiducia nei vaccini in calo
Eppure proprio la fiducia verso questo strumento sanitario sembra aver subito un contraccolpo.
Un rapporto pubblicato da Unicef, “State of the World’s Children 2023”, segnala un preoccupante calo globale della copertura vaccinale dei bambini della prima infanzia, registrata durante gli ultimi tre anni condizionati dal Covid.
Su 55 Paesi presi in esame,
ben 52 hanno visto calare l’indice di fiducia
La perdita di importanza assegnata alla vaccinazione dei minori è iniziata nel periodo emergenziale e a distanza di tre anni continua a registrare dati in discesa.
Solamente Cina, India e Messico confermano le percentuali di consenso precedenti al Covid-19, mentre il resto del mondo si allontana sempre più della narrazione unica.
I Paesi che più di altri hanno messo in dubbio la vaccinazione infantile sono il Giappone, la Corea del Sud, il Ghana, il Senegal e la Nuova Guinea, con un calo di oltre un terzo nell’indice di fiducia.
L’Italia registra un -6,8 punti percentuali,
con donne e under 35 più convinti a non vaccinare i bambini
rispetto ad ultra sessantenni e uomini.
Il centro di ricerca statunitense Vaccine Confidence Project, autore del rapporto, cerca di limitare i danni e parla di «fiducia volatile e legata al tempo».
Non può però non ammettere come il triennio emergenziale abbia decisamente dato una sferzata ai vaccini, non solo quelli pediatrici.
E alla domanda se i «vaccini siano sicuri ed efficaci», il mondo risponde sempre più dubbioso.
Colpa della disinformazione
Per spiegare la correlazione fra emergenza sanitaria e calo nell’indice di fiducia il centro di ricerca punta subito il dito contro la disinformazione.
«La polarizzazione, la sfiducia e la disinformazione stavano crescendo molto prima che emergesse la pandemia di Covid-19, ma queste disfunzioni sociali sono diventate più diffuse dall’epidemia del 2020».
Non viene neanche preso in considerazione che obblighi e coercizioni possano aver inciso in qualche modo.
Che magari l’iter di approvazione troppo accelerato dei vaccini anti-Covid abbia fatto emergere ulteriori dubbi, che forse il mistero sui contratti vaccinali e la censura social dei dissidenti abbia messo in allarme l’opinione pubblica.
Senza parlare di eventi avversi e morti improvvise.
Niente di tutto questo, anzi, si definiscono «disfunzioni sociali» i dubbi e le perplessità sulla vaccinazione.
FONTE: PickLine